Michele Mariotti: «Allegri direttore d'orchestra perfetto»

Intervista al direttore musicale del teatro comunale di Bologna, tifoso della Juventus: «Contro il Barcellona, ai bianconeri serviranno coraggio e sapienza»
di Bruno Bartolozzi
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ROMA - Sarà l’ultimo degli juventini a lasciare la Germania: la sua coppa campioni si giocherà in differita l’11 e il 12 giugno a Lipsia con la Gewandhaus orchestra di Lipsia che in molti sostengono sia il complesso musicale più antico del mondo, dove sono state eseguiti per la prima volta alcuni degli oratori di Haydn, alcune grandi composizioni di Beethoven, Schumann e Schubert e dove sul podio, nel corso dei secoli, si sono alternati Mozart, Mendellssohn e ora Michele Mariotti, 36 anni, direttore musicale del teatro comunale di Bologna, tra i più apprezzati esecutori italiani negli Stati Uniti. E’ arrivato a Lipsia grazie alla indicazione del direttore del teatro sassone, Riccardo Chailly ex direttore principale alla Scala. La musica è la passione di Mariotti e il suo grande mestiere da artigiano dell’espressione, ma l’altra passione è la Juventus. «Ero in Piazza San Carlo nel 2012 per festeggiare il primo scudetto di questa nuova fantastica era, sarò a vedere la partita contro il Barcellona nello stesso posto, con le stesse persone con le quali ho visto la semifinale di Madrid. Al mio fianco la prima tromba del teatro comunale». E’ Gabriele Buffi, juventino, 53 anni, cresciuto professionalmente a Pesaro, proprio la città natale di Mariotti. Lipsia festeggia mille anni, Mariotti vorrebbe festeggiare la sua Champions League da tifoso. «In Germania a pochi giorni dalla finale, sì, una coincidenza, ma qui c’è la passione, c’è l’attesa e la certezza comunque di aver assistito ad una stagione straordinaria».

ALLEGRI - Da direttore d’orchestra non può non apprezzare il lavoro di Allegri. «Per noi juventini che ci siano esaltati di fronte a Conte, aver scoperto questo nuovo allenatore che ha tutte le caratteristiche positive che si dice debba avere un direttore d’orchestra è stata una piacevole e crescente emozione». Conte e Allegri, non gli vengono in mente confronti con il mondo della musica. «No, però, come detto, nell’ambito della direzione, spesso si dice che l’orchestra debba essere lasciata andare. Senza disposizioni strette, mollando un po’ la briglia». Così è stato per Allegri che ha allentato certe pressioni e ha puntato sull’accresciuto senso di responsabilità.

FORZA BARZAGLI! - Mariotti sa di calcio, lo pratica ed è dietro a tutte le sfumature, comprese le notizie di queste ore. «Bisognerà vedere cosa succederà con Barzagli in campo e come riusciremo a contrastare il Barcellona anche senza Chiellini. Ma credo che la Juventus non abbia alternative. Se ti difendi, se cominci a subire, verrai travolto. Il nostro modello deve essere Madrid. durante quella partita non abbiamo mai rinunciato a giocare, anche nei momenti più difficili». Stagione straordinaria si diceva. «La Juventus ha compiuto una vera impresa. Ma l’ha costruita passo dopo passo, maturando la propria consapevolezza, forse solo nella gara di ritorno contro il Monaco ha subito un po’ troppo. Ora abbiamo di fronte la squadra più forte del pianeta. Penso a quali potrebbero essere le soluzioni per contrastare quei tre lì’ davanti: Neymar, Messi e Suarez. Forse non esiste un modo per marcarli, anzi sicuramente non c’è. Forse possono essere attenuati i rischi della loro eccezionalità solo con un lavoro umile ed eccelso di squadra. Forse a centrocampo potremo essere propositivi e consegnare una delle chiavi della gara alla vittoria del duello Pirlo-Iniesta, forse. Ma la Juve deve avere coraggio e sapienza, quelle doti che Allegri ha trasmesso in questi mesi. E deve avere l’umiltà di Conte. Sì, l’umiltà di capire quando un gruppo certe cose non le può più fare. Bisogna avere un controllo assoluto dei propri mezzi e delle proprie risorse». Musica e passione sportiva non scambiano i propri ruoli. «Davvero non immagino un brano musicale che potrei ascoltare in casa dopo la vittoria. Non penserei affatto ad ascoltare della musica, farei festa. Sì, una grande festa  come quella sera e quella notte in Piazza San Carlo a Torino». Poi giovedì e venerdì sul podio della secolare orchestra della Gewandhaus con la bacchetta in mano a dirigere le musiche sacre di Verdi e Rossini, con il Te Deum e lo Stabat Mater. Non c’è nulla di più sacro che percorrere fino in fondo la passione del profano e trasformarla attraverso una sublime maestria. La vita è questa, Mariotti lo sa e la percorre tutta intera. Stasera tifando ferocemente Juventus.

@bruno1962


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