© Getty ImagesRIO DE JANEIRO – Sei minuti di illusione, poi le rotazioni corte e l’età delle sue stelle presentano il conto all’Argentina. Team Usa riscatta il ko nella semifinale di Atene 2004 e con il 105-78 si guadagna la semifinale contro la Spagna: per la quarta volta consecutiva statunitensi e iberici si troveranno in una sfida senza domani, e Team Usa non solo ha vinto le finali di Londra e Pechino, ma si aggiudicò anche i quarti di Atene, con il Nightmare Team.
GEORGE – L’avvio di Ginobili (14 punti) e Facundo Campazzo (13 e 9 assist) scalda le migliaia di argentini presenti alla Carioca Arena, increduli di fronte al +10 (9-19) di un’Argentina che parte con Nocioni ala grande e Scola unico lungo. Team Usa evita il tracollo grazie a Durant (27) ma è Paul George (17) il simbolo di una seconda unità che cambia l’inerzia, e che comprende anche Cousins (15 per il lungo dei Sacramento Kings, sostituito in quintetto da Jordan) e Lowry.
L’ADDIO - Team Usa emerge con un 27-2 al quale l’Argentina non può rispondere, pur con l’orgoglio di Campazzo – che non ha paura ad andare faccia a faccia con Jordan, cui rende quasi 40 centimetri – Ginobili ma anche Nocioni (12) e Scola (15 e 10 rimbalzi). Nonostante la sconfitta, per i grandi veterani dell’Argentina ci sono soltanto applausi, e il ct Hernandez concede agli eroi di Atene 2004 la passerella finale, con la standing ovation per Ginobili. Manu, come il compagno di squadra a San Antonio Tony Parker, annuncia l’addio alla nazionale in lacrime. Finisce un’era, in attesa di una semifinale Usa-Spagna straordinaria.