PYEONGCHANG - Le controanalisi previste in giornata non ci saranno: Nadezhda Sergeeva accetta di fatto il risultato delle prime analisi, che avevano riscontrato una sua positività alla trimetazidina, e le sue conseguenze, almeno quelle immediate. La Federazione russa di bob ha annunciato infatti che l'atleta, 12esima classificata nella prova olimpica assieme ad Anastasia Kocherzhova, ha deciso di rinunciare all'esame sul campione B dopo essere risultata positiva alla trimetazidina, un modulatore metabolico. La Sergeeva, che un anno fa aveva conquistato la medaglia d'argento ai Campionati Europei, ha già restituito l'accredito e lasciato il villaggio olimpico.
LA SQUALIFICA - La divisione antidoping del Tas ha quindi confermato in una nota la squalifica di Nadezhda Sergeeva e la sua conseguente esclusione dai Giochi di PyeongChang. La bobbista russa è stata sospesa e si è riservata "il diritto di cercare la cancellazione o la riduzione del periodo di ineleggibilita'" al termine dell'Olimpiade.
LO STUPORE DEL CT RUSSO - Restano però ancora alcuni particolari da chiarire nel caso della Sergeeva, con la Wada che starebbe approfondendo il caso con la collaborazione dello staff medico della delegazione Oar. «Stiamo cercando di capire cosa ha portato alla positività visto che Nadezhda - ha spiegato alla Tass il commissario tecnico della nazionale russa di bob, Sergey Zhurkin - ha fatto qui due controlli: il 13 febbraio, con esito negativo, e il 18 febbraio, in cui è stata rintracciata una bassa quantità della sostanza. E' molto strano». Ci saranno quindi ancora degli approfondimenti da fare, ma resta il fatto che il binomio doping-Russia continua a far parlare di sè, anche in chiusura di queste Olimpiadi invernali coreane.