PYEONGCHANG - Quello che non riesce alla politica, talvolta riesce al mondo dello sport. Anche in un periodo in cui le tensioni tra i vari Paesi del globo terrestre vanno esasperandosi, infatti, l'apertura dei Giochi Olimpici invernali, prevista per venerdì 9 febbraio, sta compiendo quel piccolo grande prodigio in grado di portare un po' di distensione attraverso la cosiddetta "tregua olimpica".
IL MURALES - Una distensione e un ritrovato clima di armonia, testimoniato dall'avvicinamento delle due Coree, che vogliono essere toccati con mano all'interno dei due Villaggi olimpici (quello di PyeongChang e quello di Gangneung), attraverso un vero e proprio murales, chiamato "Murales della tregua olimpica", che è stato svelato nella giornata odierna nel villaggio olimpico di PyeongChang. Si tratta di una struttura imponente, alta sette metri e larga tre, che sarà presente anche nell'altro Villaggio, quello di Gangneung.
IL MESSAGGIO - Su quei ventuno metri quadri verrà data la possibilità, a chiunque lo vorrà tra atleti e tecnici che frequenteranno i Villaggi olimpici coreani, di apporre il proprio nome e soprattutto il proprio messaggio di pace e di distensione, prima che i murales vengano portati nella piazza olimpica di PyeongChang e al parco olimpico di Gangneung fino alla fine dei Giochi.
LE PAROLE DI BACH - Alla cerimonia era chiaramente presente anche il presidente del Comitato Olimpiaco Internazionale (Cio), il tedesco Thomas Bach, che ha tenuto a sottolineare che «questo murales serve a costruire ponti in un mondo attuale che è fragile. La Corea - ha ricordato il numero uno del Cio - accoglierà media, spettatori e visitatori provenienti da ogni parte del mondo per costruire ponti attraverso le Olimpiadi». Un messaggio chiaro, che parte dallo sport e vuole arrivare anche alla politica.