Skoda Kamiq va all’assalto del segmento B dei suv, una tipologia di prodotto indicata dagli analisti con i tassi di crescita maggiori nei prossimi anni. Ancor più dei suv compatti, comunque in costante ascesa. La voglia di suv abbinato a dimensioni contenute, compatibili con le esigenze urbane, è una formula dal successo pressoché assicurato.
Al prossimo Salone di Ginevra arriverà la terza K-Q di Skoda: Kodiaq in origine, Karoq a seguire, presidio nel segmento C dei suv, adesso Kamiq. Le variazioni di stile rispetto al concept Vision X presentato un anno fa sono davvero marginali; l’impostazione tutta spigoli è nel dna del marchio, ribadita da ultimo con Skoda Scala.
Il modello di serie, certo, si normalizzerà rispetto ai bozzetti diffusi dal Centro stile della casa boema, diretto da Oliver Stefani. Bozzetti che hanno il pregio di amplificare l’imponenza e dinamismo di qualsiasi prodotto.
Sono, pertanto, gli spunti, le grandi linee, a dire come sarà Skoda Kamiq. Novità, anzitutto, nell’abbinamento dei fari sdoppiati, con i proiettori principali posti nel trapezio inferiore, diversamente da Kodiaq e Karoq, a integrarli nella fascia superiore, dove Kamiq ospiterà le luci diurne a led, che diverranno indicatori di direzione sequenziali all’occorrenza. Frecce dinamiche proposte anche al posteriore, dal taglio dei fari 3D e scolpito seguendo le linee viste su Scala.
Il lettering Skoda spaziato sul portellone è un’altra, recente, novità introdotta al posto del classico logo, nata dall’esigenza di riconoscibilità specialmente sul mercato cinese – dove pure una Kamiq è già in vendita, progetto diverso da quello in arrivo a Ginevra, sviluppato su pianale MQB A0 –.
Il suv andrà a posizionarsi, per dimensioni, nella fascia tra i 4,15 metri e 4,25 metri di lunghezza, “forchetta” dagli estremi composti rispettivamente dai suv gemelli Seat Arona/Volkswagen T-Cross e il concept Vision X.