ROMA - Insieme alla Wrangler, la Cherokee è certamente il modello più noto del marchio Jeep . Prodotto fin dal 1974 in quattro differenti generazioni, nel 2013 si è rinnovato ancora ma stavolta sotto l'egida del Gruppo FCA. I risultati sono evidenti, a partire dalla piattaforma che è derivata da quella della Alfa Romeo Giulietta, passando per i motori diesel che sono gli ottimi Multijet. Da poco più di un anno i nuovi 2.2 si sono affiancati al 2.0 aumentando le prestazioni e portando la Cherokee nell'elite dei SUV medi, una definizione che in alcuni casi le va stretta, considerando le sue abilità nel fuoristrada. Abbiamo provato la ricchissima versione 75° anniversario.
Scheda
Dimensioni: lung. 462 cm - alt. 167 cm – larg. 186 cm
Motore: 2.184 cc – 200 CV – 440 Nm
Prestazioni: V.max 204 km/h – 0/100 km/h in 8,5 s
Consumi ed emissioni: 17,5 km/L (ciclo misto) – 150 g/km CO2
Prezzo: 55.250 euro
Francesco Colla
Jeep, perlomeno in Italia, è il fuoristrada per antonomasia. Merito dell'esercito americano e delle sue Willys che risalirono la Penisola dal '44. Ma in 75 anni di storia il marchio - con una spiccata accelerazione sotto la guida FCA - ha subito un'evoluzione “stradale” che pur senza rinnegare mai le origini offroad rende le attuali Jeep macchine adatte ad affrontare sia la vita in città che i lunghi viaggi, soprattutto grazie ai nuovi sistemi di assistenza alla guida.
Come la Cherokee equipaggiata con il motore turbodiesel 2.2 da 200 cavalli abbinato al cambio ZF a 9 rapporti. Una combo in grado di regalare se non sportività perlomeno brio a un robusto Suv da due tonnellate, senza tuttavia alzare i consumi. Il 2.2 è veramente un buon motore e ce se ne rende conto subito, con i 440 Nm di coppia che spingono dal basso consentendo divertenti e lineari progressioni. Ma il maggior pregio della Cherokee, a parte l'evocativo e lussuoso allestimento “1941”, è l'assetto, capace di assorbire e sopportare qualsiasi maltrattamento. E viste le condizioni disastrate delle strade romane (e non solo) non è poca cosa. Come accennato, nonostante i 200 cv di potenza, la Cherokee non è una sportiva e l'assetto morbido così come il baricentro alto, provocano un percettibile rollio in curva. Ma è una caratteristica comune a quasi tutti i Suv.
Nuova Cherokee equipaggiata col motore 2.2 è sicuramente un modello consigliabile a tutte quelle persone che cercano il comfort di una station unito alle peculiarità (anche estetiche) che hanno reso celebre il marchio Jeep. Certo è che i 55 mila e rotti euro necessari per acquistare questa top di gamma danno accesso a una vasta scelta di altrettanto blasonate concorrenti o di avvicinarsi all'ammiraglia di famiglia, la Grand Cherokee (qui la nostra prova su strada) in versione entry level Laredo.
Alessandro Vai
Per chi non conosce la parentela meccanica con la Giulietta, venirne a conoscenza è una grande sorpresa, positiva o negativa a seconda della “filosofia” automobilistica personale. Opinioni a parte, qualche piccolo limite di questa soluzione è evidente, come le proporzioni tra lunghezza, passo e sbalzi e la larghezza del corpo vettura tutto sommato contenuta per il tipo di auto (la nuova Compass, pur di un segmento inferiore, è più larga di 1 centimetro). I difetti della Cherokee, però, finiscono qui.
Per il resto non se ne può dire che bene, sotto ogni punto di vista. E' vero che la versione in prova ha un prezzo da segmento superiore, ma veramente non si sente il bisogno di niente altro in più quando si è al volante. La dotazione è completissima e la suite di sistemi di assistenza alla guida è la migliore attualmente disponibile nel Gruppo FCA e comprende anche il cruise control adattivo che farà la felicità dei viaggiatori, al pari del cambio automatico a 9 marce.
Questa trasmissione e il 2.2 Multijet da 200 CV vanno d'amore e d'accordo e sono anche uniti nei cambi d'umore richiesti dal guidatore. Date un filo di gas e la Jeep scivolerà via sorniona, mettete il profilo di guida su Sport, effettuate il kick-down e la spinta si farà possente.
Anche l'assetto riceve solo lodi: il coricamento laterale in curva limitato, la tenuta di strada ottima e l'assorbimento delle asperità fanno pensare a un sistema di sospensioni elettroniche, invece gli ammortizzatori sono tradizionali. Insomma, la Cherokee si guida benissimo in tutte le condizioni e pure in fuoristrada non teme quasi nulla, a patto di avere le gomme giuste. Ma, più in generale, è il feeling di guida che conquista. In un epoca fatta di sterzi ultraleggeri e comandi a sfioramento, questa Jeep si mantiene molto fisica pur senza risultare stancante. Fa sentire il guidatore un vero “maschio” tanto che basta una statale con qualche albero per immaginarsi già nella riserva di Yosemite, anche se ci si trova solo a due chilometri dal Grande Raccordo Anulare.