Non c’è bisogno di portare avanti il sedile davanti, perché di spazio ce n’è e anche se il tragitto è breve lui, Venanzio, viaggia in uno stato di comodità totale: «Davvero, da fuori non sembrava. Pensavo di dover fare le contorsioni per entrare, e di peggio per rimanerci. Invece no, si entra facilmente e riesco ad allungare anche le gambe, quello che serve per uno delle amia altezza. Finalmente una berlina italiana di cui essere orgogliosi». E di spazio, accanto a luci ce ne sarebbe ancora, senza problemi almeno per un altra persa, sicuro. Tre prsone adulte di stazza grande starebbero meno comodi ovviamente, ma quello è abbastanza normale. Si va a giocare a tennis: ognuno di noi tre (io, la mia compagna e Venanzio) ha un trolley. Nel bagagliaio entrano senza problemi insiene a due borsoni. Non è gigantesco ma si sviluppa in profondità orizzontale ed è capiente quanto basta.
Arriva l’esame traffico. Relativo, perché è lunedì ed è un lunedì particolare, quello del “ponte” del giorno dei Santi. In realtà, Roma non sembra affatto ...svuotata come accadeva negli anni precedenti. Deve essere l’effetto paura dopo i brividi delle scosse di questi giorni. Ma quello che sorprende di Giulia è la sua capacità di adattarsi ad ogni situazione. È’ davvero come una bella donna pronta a cambiarsi d’abito al volo per le occasioni che si presentano durante la giornata.
Se c’è da fare la brava ragazza, rimane lì tranquilla in coda senza farsi notare troppo, anche se è un’impresa mica facile. Se invece c’è da muoversi con agilità tra una buca, un lavoro in corso - sempre troppi nella Capitale - si fa trovare pronta e sinuosa, con la capacità che sembra innata di scaricare la potenza a terra ma in scioltezza come se avesse una minigonna che la lasciasse libera di muoversi a piacimento. E se poi, infine, c’è da fare la cattiva... ragazzi, meglio lasciarla stare. Perchè la Giulia ha un rapporto peso potenza che quando spingi a fondo l’acceleratore e lasci scattare le palette del cambio fino all’ottava marcia hai davvero la sensazione che possa decollare da un momento all’altro se non fosse che rimane attaccata per terra senza quasi nemmeno sentire le buche sotto le gomme. E figuriamoci cosa può fare la versione Quadrifoglio Verde.
È il mio ultimo giorno con Giulia e già so che non sarà facile separarsi da lei. Non pensavo, davvero, che l’utilizzo quotidiano di una berlina di questa eleganza e raffinatezza potesse essere così divertente. È’ giorno di festa e a Roma si respira un’aria davvero di relax - a parte il fatto che noi lavoriamo lo stesso. E con il relax c’è tempo di pensare, guardare e riflettere: per tutta la durata di questi cinque giorni di test avevamo osservato occhi incuriositi, teste che si giravano al passaggio di Giulia, sguardi interrogativi per cercare di capire che macchina fosse per quanto tempo era che non si vedeva una berlina Alfa Romeo di questa bellezza.
Così, arriviamo ad un semaforo e l’immancabile coppia a bordo di uno scooter ci fa segno con la mano sollevando la visiera del casco per farci capire che l’orologio ci resterà al polso anche stavolta. È solo curiosità: «È la nuova Giulia? Come va? - ci chiede lei dal sellino posteriore - Sì - rispondiamo - è la nuova berlina dell’Alfa Romeo e va che è un piacere».
«È comoda? Consuma tanto, vero? - interviene lui -».
«Ha gli spazi giusti per una berlina - replico - e la sensazione senza aver potuto fare calcoli precisi è che consumi davvero poco a giudicare dal livello del serbatoio che proprio non scende».
«È vero che presto arriverà la station wagon? - aggiunge sempre lui mentra sta per scattare il verde -».
«Sì arriva arriva, tranquilli - spiego impaziente -. Non lo hanno ancora detto ufficialmente ma tra qualche mese ci sarà anche questa versione disponibile...».
Ci salutiamo mentre scatto, così per dare una piccola, garbata, dimostrazione e per far capire che l’interrogatorio è finito anche se ci si reincrocia al prossimo rosso. E così arriva il momento del difficile distacco da Giulia. Sono stati giorni delicati per i fatti della vita che ci circonda, ma con lei mi sono proprio riconciliato con l’automobile italiana. Dai Giulia tieni alto il marchio Alfa Romeo nel mondo che non timanca nulla per riuscirci!
DAY6 - Mercoledì 2 novembre (Alessandro Vai)
A Roma è buio e pioviggina. L'ora solare e il meteo ce la mettono tutta per rabbuiare l'umore mentre esco dalla redazione e mi incammino verso la Giulia. Sono solo le 18:30 ma sembra notte e il grigio della carrozzeria fa fatica a spiccare sul paesaggio. Poi la vedo e
l'occhio cade subito sulla fascia del baule, su quella proporizione orizzontale con lo stemma del Biscione al centro che ricorda tanto la 75, ovvero l'ultima Alfa a trazione posteriore. Non sappiamo se la citazione stilistica sia voluta o meno, ma è suggestivo pensare che tra le due auto ci sia un filo conduttore, anche se ovviamente non c'è perché sono passati trenta anni che nell'industria automobilistica sono quasi un'era geologica. E infatti il compito della Giulia è quasi impossibile:
recuperare con un solo modello il gap che si è creato in sei lustri con la concorrenza tedesca, un periodo in cui una Casa come
BMW ha prodotto tre generazioni di Serie 3.
Certo, ci sono state la 155, la 156 e la 159, ma
anche gli ultras alfisti ammettono che queste tre auto non sono mai davvero state all'altezza delle concorrenti teutoniche e i numeri sono lì a dimostrarlo, addirittura in maniera impietosa quando si allarga lo sguardo al mercato europeo e poi a quello globale. La Giulia, quindi, parte svantaggiata su molti fronti ma può giocarsi qualche asso nella manica, come
il progetto partito da un foglio totalmente bianco, senza particolari vincoli industriali, come il grande investimento del Gruppo FCA e come la ferma volontà di rilanciare davvero l'Alfa, dopo anni di promesse disattese. Tutto questo, senza contare quello scuedetto sul cofano, che ha mantenuto intatto il suo appeal nonostante tutto. Quindi è con totale curiosità e con i cinque sensi in massimo stato di allerta che mi avvicino alla Giulia ed estraggo la chiave dalla tasca per sbloccare le porte...
DAY7 - Giovedì 3 novembre (Alessandro Vai)
Purtroppo non sono ancora riuscito a fare molta strada con la Giulia e la nostra conoscenza si è limitata a qualche decina di chilometri del tragitto casa-ufficio. Non ho avuto ancora modo, dunque, di mettere alla prova le sue qualità dinamiche, ma alcuni segnali sono già ben chiari. Quelli che vengono dallo sterzo per esempio, che è un mix esemplare di precisione, leggerezza e comunicatività, oltre ad avere un rapporto molto più diretto di quello di molte auto dichiaratamente sportive; probabilmente è il migliore del segmento. Anche il feeling che arriva dal pedale del freno è ottimo, con un attacco bello pronto che è lecito aspettarsi da un'Alfa Romeo. Quanto al cambio, funziona talmente bene che quasi non ci si accorge della sua presenza e delle marce che vengono cambiate.
Altrettanto chiari sono i segnali negativi. Due su tutti i feeling della maggior parte dei comandi e in particolare delle tre manopole del sistema di infotainment che restituiscono una sensazione molto lontana da quella di precisione che offre il trittico di tedesche. Anche il sistema di infotainment è un gradino sotto quelli delle rivali d'elezione, in particolar modo come design e resa grafica, mentre non sono presenti particolari lag che invece a volte affliggono i software Mercedes. Entrambi sono difetti secondari, non certo strutturali e non intaccano i valore complessivo dell'auto; in ogni caso, quando ci si siede al tavolo dei "grandi" ogni minima imperfezione salta all'occhio. Un ultimo difetto, ma si tratta più di un gusto personale, è l'altezza del sedile, che pur posizionato nella posizione più bassa, rimane sempre un po' troppo staccato dal pianale.
DAY8 - Venerdì 4 novembre (Alessandro Vai)
E' il mio terzo giorno con la Giulia e
l'effetto novità inizia a scomparire, lasciando spazio a una più lucida razionalità nei giudizi. A questo proposito, vorrei affrontare il tema dello stile, perchè questa berlina non ha convinto proprio tutti, specialmente al lancio e nelle foto di presentazione. Bisogna premettere, però, che
le auto vanno sempre giudicate all'interno del loro contesto e mai semplicemente dalle foto, perchè anche lo scatto migliore non riesce a inquadrare tutti i dettagli come l'occhio umano. Non è un mistero che i designer Alfa abbiano avuto come riferimento la Serie 3 nella progettazione della Giulia, come non lo è che da tempo le grandi matite italiane abbiano smesso di firmare le auto del Gruppo FCA (anche della
Ferrari ).
Il design della Giulia, dunque, è scaturito interamente dai centri stile FCA ed è innegabile che non abbia un carattere complessivo netto come quello della 156 o della 159.
Osservandola nei dettagli si possono trovare degli echi BMW, così come Lexus o Audi , tanto all'interno quanto all'esterno e c'è anche una spruzzatina di Dodge nelle proporzioni del frontale. Il risultato complessivo, in ogni caso è ampiamente positivo e il tema del trilobo sul frontale, per come è stato sviluppato, conferisce alla Giulia un grande carattere. L'immagine della berlina Alfa, dunque, è quella di
un'auto solida, dalle spalle larghe e ben piazzata per strada, con un ottimo mix tra eleganza ed aggressività, con quest'ultima che spicca specialmente all'anteriore. Poi, in ogni caso, il gusto estetico è soggetivo.
DAY9 - Sabato 5 novembre (Alessandro Vai)
Dopo una settimana di lavoro, il weekend è per la famiglia e sabato mattina la Giulia si accinge alla prova seggiolino. Gli attacchi isofix sul sedile posteriore sono facilmente utilizzabili, perchè coperti da piccoli coperchi di plastica che si aprono con facilità. L'inclinazione dello schienale, poi, permette ai bimbi di assumere una postura comoda, non troppo verticale, che facilita i pisolini. Il bagagliaio è sufficientemente profondo per stivare un passeggino e avere ancora spazio per tante cose, ma l'imboccatura non è così ampia. In questo senso, l'arrivo della versione station wagon la renderebbe una perfetta auto da famiglia. Famiglia che comunque viaggia nella totale comodità. Una volta impostato il cruise control (manca stranamente il tasto "pausa" a velocità autostradali, la Giulia scorre via con una insonorizzazione impeccabile e un ottimo lavoro delle sospensioni che filtrano tutto.
Lo sterzo si conferma eccellente anche in questo frangente. Nonostante il rapporto molto diretto, il punto centrale ha un minimo di gioco e quindi non è necessario correggere in continuazione la traiettoria. Anzi, col passare dei giorni si apprezza sempre di più e si scopre quanto è bello far curvare l'auto con movimenti minimi del volante, tanto che a un certo punto la domanda sorge spontanea: perchè tutte le altre auto del mondo non hanno uno sterzo sublime come quello della Giulia? In attesa di trovare una risposta, proviamo anche la modalità Advanced Efficiency del manettino D.N.A. scoprendo un'erogazione più morbida e soprattutto la modalità sailing. Non appena si leva il piede dal gas il cambio ZF a 8 marce disinserisce la marcia, permettendo all'auto di scorrere liberamente.
DAY10 - Domenica 6 novembre (Alessandro Vai)
Ancora una parola sul cambio automatico, che è un'altra eccellenza della giulia. Il componente è fornito dalla ZF ed è utilizzato da una grande quantità di automobili, tra cui diverse concorrenti della Giulia. Ma proprio sulla berlina del Biscione ha raggiunto lo stato dell'arte. La messa a punto elettronica è semplicemente perfetta e la coordinazione con il motore degna delle famose tuffatrici cinese. Inoltre, è sempre pronto a capire le intenzioni del guidatore, interpretando al meglio le situazioni. Morbido quando si procede rilassati e secco quando si dà tutto gas, ma anche capace di capire quando serve il freno motore come nelle discese più ripide. Infine, le palette dietro il volante, grandi e fissate direttamente sul piantone, restituiscono esattamente la sensazione che ci aspetterebbe. La Giulia, insomma, è una macchina tutta da guidare.
Un altro grande pregio della Giulia, è la sensazione di totale sicurezza. Gli ingegneri Alfa Romeo hanno scelto di non permettere al guidatore di disinserire totalmente i controlli elettronici. Anche nella posizione Dynamic del manettino D.N.A la centralina vigila sulla dinamica della Giulia. Tuttavia, gli interventi dell'elettronica sono talmente rari che emerge ancora di più la bontà telaistica dell'auto. Che ci si trovi in autostrada dentro un acquazzone o di notte in un passo di montagna, la Giulia dà sempre la stessa sensazione, quella di un mezzo che forma un tutt'uno con l'asfalto e che risponde fedelmente ai comandi del pilota. E qui ritornano in mente le parole dei tecnici del Biscione e la spiegazione di quello sviluppo partito dalla Quadrifoglio (510 CV e motore di derivazione Ferrari) e poi sceso a pioggia sul resto della gamma, fino alla "nostra" turbodiesel.
DAY11 - Lunedì 7 novembre (Alessandro Vai)
I giorni passano e il mio rapporto con la Giulia inizia a diventare simbiotico. Ormai sono totalmente assuefatto a questo magnifico sterzo, tanto che salendo su un'altra auto mi è sembrato quasi che avesse dei problemi e parcheggiandola sono quasi andato a sbattere su un muretto perchè avevo dato mezzo giro di volante in meno. A questo proposito, devo dire che la berlina del Biscione si parcheggia molto bene. La retrocamera aiuta, gli ingombri sono ben definiti ma soprattutto il raggio di sterzata è contenuto. Le vecchie Alfa a trazione anteriore con il quadrilatero (156, 147, GT e 159) sono solo un ricordo, non occorrono più mille manovre per uscire da uno spazio angusto, perchè con il motore disposto longitudinalmente e la trazione posteriore, le ruote hanno più spazio per rientrare nella carrozzeria e non ci sono semiassi a limitarne l'angolo. Insomma, la Giulia gira in un fazzoletto.
Non ho ancora parlato del climatizzatore e con il freddo umido di questi giorni è il momento di farlo. Anche questo componente funziona talmente bene che si imposta una temperatura e ci si dimentica della sua presenza. Questo accade anche perchè è molto rapido ad adeguarsi alla temperatura esterna. In pratica vuol dire che lo potete lasciare sempre su 22 C° e in "auto" e lui penserà a tutto il resto. Molto più curioso e in taluni casi allarmante è il funzionamento dell'indicatore di autonomia residua. Evidentemente l'algoritmo è molto sensibile, tarato solo sugli ultimi minuti di guida, mentre il sensore del livello benzina si fa ingannare dalle pendenze. Fatto sta che bastano cinque minuti scarsi di guida in salita per vedere crollare l'autonomia residua da 270 a 70 chilometri, per vederla poi risalire non appena si torna in discesa. Come dire, basta saperlo...
DAY12 - Martedì 8 novembre (Alessandro Vai)
Ormai è quasi una settimana che guido la Giulia e mi sono fatto un'idea precisa delle tre modalità di guida disponibili con il manettino DNA: Dynami e, Natural, Advanced Efficiency. Devo ammettere che nei primi giorni, ansioso di scoprire le prestazioni della berlina del Biscione, il led rosso che comunica la posizione della rotella si è trovato spesso sulla D, ma poi con il passare dei giorni c'è stato un progressivo downgrade fino alla A. La verità è che lo sterzo e l'assetto di questa macchina sono talmente appaganti che è molto più divertente pennellare le curve in scioltezza, con pochi tocchi al volante e guidando con un filo di gas. Inoltre, la modalità veleggiamento è molto solerte nell'inserirsi, praticamente ogni qual volta si leva il gas per più di due secondi in pianura o in discesa. La scorrevolezza e i consumi ringraziano.
Altra cosa che sto apprezzando molto è il fatto di avere sole tre modalità di guida, ma ben definite e distanziate tra loro. Con molte auto, infatti, capita di avere l'imbarazzo della scelta perchè le opzioni sono tante e le differenze poche, così ci si trova sempre a dover scegliere e non sia ha mai la sensazione di aver compiuto la scelta giusta. Per non parlare poi, di quelle auto, dove esiste una modalità totalmente personalizzabile, del tipo sospensioni morbidissime e motore cattivissimo. Personalmente non sono mai riuscito a trovare quella giusta su nessuna vettura. Così adoro i tre caratteri distinti che questa Giulia può avere e soprattutto mi piace moltissimo la scelta di comunicarlo con una immagine dell'auto a tutto schermo, caratterizzata dalla semi-trasparenza che mostra gli organi meccanici e da un totale cambio di colore. Dettagli che fanno la differenza.
DAY13 - Mercoledì 9 novembre (Alessandro Vai)
E' il mio ultimo giorno con la Giulia ed è il momento di tirare le somme prima di passarla all'altro collega della squadra. Devo ammettere che il distacco è difficile, perchè la Giulia mi è piaciuta davvero tanto, al netto di alcuni difettucci di gioventù che tutto sommato le si possono perdonare, anche perchè mai fastidiosi. L'unico che crea qualche problema, a dire il vero, probabilmente dipende da un bug del software del sistema di infotainment che di tanto in tanto decide di non volerne più sapere nulla del mio povero smartphone Android. Il "distacco" avviene senza preavviso, solitamente per la parte telefonica e non per quella dell'audio, dopodiché non si può più fare nulla. L'unica cosa è spegnere l'auto, uscire, chiuderla e riaprirla per resettare tutto. Considerando il livello globale della Giulia, non è possibile non poter telefonare a mani libere.
Attendiamo, dunque, un tempestivo aggiornamento software che risolva il bug. Questo perchè, per il resto, la Giulia non ha nulla da invidiare ad Audi, BMW e Mercedes. Il distacco che accumula con il minore feeling delle manopole dell'infotainment e con la grafica povera dello stesso è più che ampiamente compensato da tutto il resto, soprattutto dalle qualità di guida. Ecco, in questo campo la Giulia davvero non teme confronti. Si può tranquillamente definire come la segmento D più bella da guidare e se BMW ha intenzione di strapparle questo titolo con la prossima generazione di Serie 3 dovrà lavorare molto sodo. Nel frattempo la Giulia farà di tutto per raccogliere consensi anche fuori dall'Italia, soprattutto negli Stati Uniti ma anche in Germania, perchè solo delle buone vendite globali possono rendere sostenibile l'operazione di rilancio del marchio di Arese.
DAY 14 – Giovedì 10 novembre (Francesco Colla)
Finalmente a bordo dell’auto che dovrebbe restituire al marchio Alfa Romeo il ruolo di “primus inter pares” nel ristretto club di quelli che contano. Per farla breve, andando a fare concorrenza a BMW Serie 3 e le altre berline medie tedesche. Valutazioni estetiche a parte, sempre opinabili, l’abitacolo è certamente ben realizzato e capace di coniugare una buona abitabilità a un bagagliaio spazioso (480 litri, esattamente quanto quello dell’Audi A4). E soprattutto a una sensazione di sportività espressa dai sedili in pelle e ancor più dal volante a tre razze, minimal come dovrebbe essere un volante sportivo. Pulsanti ridotti al minimo, pulsante per lo start (come le Ferrari) e grandi paddles; deo gratia in metallo e non in plastica. Unico difetto: sono talmente grandi che per azionare senza problemi la leva degli indicatori di direzione e quella dei tergicristalli bisogna avere mani belle lunghe.
Partiamo: in città manteniamo il manettino DNA sulla modalità Normal e partiamo. La prima qualità apprezzabile e la sostanza dello sterzo: consistente e diretto regala la sensazione di una grandissima agilità. La seconda è la prontezza di riflessi della coppia formata dal motore 2.2 Turbo Diesel da 180 cv e dal cambio automatico AT8, anche se la guida nel traffico non consente di sfruttarne le potenzialità. Che sembrano notevoli e approfondiremo appena possibile.
DAY 15 – Venerdì 11 novembre (Francesco Colla)
Dopo aver apprezzato la maneggevolezza cittadina della Giulia, proviamo a portarla fuori, impostando il manettino sul tunnel sulla “D” di Dynamic. La risposta del motore si fa ancora più pronta e bastano poche centinaia di metri per confermare le sensazioni precedenti: lo sterzo leggero e diretto consente di portare l’avantreno dove si vuole e la berlina attacca le curve con una precisione impeccabile. Inoltre il volante verticale e la posizione di guida bassa aumentano il divertimento e soprattutto la voglia di provare la Quadrifoglio.
Per una macchina progettata per gestire 510 cv, i 180 del MultiJet sono uno scherzo e anche premendo sull’acceleratore in curva Giulia non si scompone mai. Ottimo il comfort, anche se l’assetto sportivo soffre leggermente quando si scontra con le nostre strade disastrate. Sull’asfalto liscio si potrebbero pennellare traiettorie perfette.
Complessivamente è valsa la pena di attendere: Giulia è una berlina con pochi difetti e tanti pregi, in grado di regalare (anche nella versione turbodiesel) il senso di sportività che il blasone Alfa merita. La concorrenza è avvertita.