ROMA - Il Dieselgate meriterebbe un film. Non tanto per la vicenda in sé, una “banale” frode messa in atto da una multinazionale conclusasi con un colossale risarcimento a beneficio del popolo americano, ma per gli inevitabili risvolti sociopolitici che la vicenda ha strascicato.
LEGAL - Un bravo sceneggiatore hollywoodiano avrebbe potuto incentrare un “legal” sull’inflessibile giustizia a stelle strisce che ribadisce la propria sovranità punendo una società straniera. Per di più originaria di un Paese sconfitto tanti anni fa e (forse) mai completamente perdonato.
RISARCIMENTO MILIARDARIO NEGLI USA - Ma torniamo alla realtà dei fatti. Dodici mesi dopo lo scrollone del 18 settembre 2015, il venerdì nero dell’auto, l’US Environmental Protection Agency e Volkswagen si sono definitivamente accordate. Il Gruppo di Wolfsburg pagherà 14,7 miliardi di dollari (oltre 13 miliardi di euro al cambio attuale) per riparare il torto fatto: 10 miliardi di dollari, verranno stanziati per risarcire a vario titolo i clienti dei quasi 500 mila veicoli Volkswagen (Beetle, Jetta, Golf e Passat) e Audi (A3) equipaggiati con i motori TDI, le cui centraline erano state “truccate” con un software specifico affinché le emissioni di NOx (ossidi di azoto) risultassero inferiori alla realtà, rispettando al contempo gli standard fissati dall’ente federale.
CLIENTI USA TUTELATI - I clienti interessati possono decidere di restituire la propria auto, valutata al settembre 2015, ricevendo un massimale di 44.000 dollari (39 mila euro). Oppure possono optare per la messa a norma del veicolo da parte di VW, ricevendo comunque un risarcimento da parte della Casa, rea di aver fatto pubblicità ingannevole ai propri prodotti. Chi ha preso l’auto in leasing potrà decidere di terminare il contratto senza alcuna penale, ricevendo al contempo un risarcimento per le motivazioni di cui sopra. E i 4,7 miliardi di dollari rimanenti? Verranno utilizzati dall’EPA per ridurre l’inquinamento attraverso un articolato programma di promozione dei veicoli a zero emissioni.
NEL FRATTEMPO IN ITALIA - Allo stesso tempo, in Italia, l’Antitrust (l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) ha sanzionato il Gruppo Volkswagen per 5 milioni di euro.
L’Autorità - si legge in una nota ufficiale - ha ritenuto la condotta della società scorretta ai sensi del Codice del Consumo poiché gravemente contraria agli obblighi di diligenza professionale e idonea, altresì, a falsare in maniera rilevante il comportamento economico dei consumatori, inducendoli ad assumere una scelta di consumo che non avrebbero altrimenti preso qualora consapevoli delle reali caratteristiche dei veicoli acquistati.
L'Autorità ha parimenti ritenuto scorretta la presenza, in vari cataloghi informativi diffusi dal Gruppo, di specifici green claims e messaggi pubblicitari che attribuiscono al produttore una particolare sensibilità ambientale o una specifica attenzione al livello delle emissioni inquinanti delle proprie autovetture. Secondo l'Antitrust tali messaggi, alla luce di quanto emerso nel corso del procedimento, sono suscettibili di indurre in errore i consumatori, con riferimento alla vocazione ambientale, alla responsabilità sociale rivendicata dal produttore, nonché alle affermazioni del rispetto delle normative vigenti in materia.
E qui lo sceneggiatore hollywoodiano potrebbe lasciare il posto a un collega italiano, che potrebbe trarre alcune conclusioni su come gira il mondo.
UNA NUOVA ERA VOLKSWAGEN - Tornando nuovamente alla realtà dei fatti, Volkswagen assicura che il Dieselgate è stato un passo falso, un incidente di percorso. Da anni il Gruppo sta investendo grandi cifre per sviluppare veicoli a zero emissioni nell’ambito della strategia “Think New”. Il primo è stato il concept van Budd-e visto all’ultima edizione del CES di Las Vegas, il secondo è atteso il 29 settembre al Mondial de l’Automobile.
Questa concept car unica – si legge nella nota che ha accompagnato il primo teaser - segna l’inizio di una nuova era per la Volkswagen, perché è tanto rivoluzionaria quanto lo è stato il Maggiolino 70 anni or sono prima di diventare l’auto più venduta del secolo. Proponendo un concetto completamente nuovo, questo veicolo ha le potenzialità per fare la storia. La vettura di serie cui darà origine sarà la prima Volkswagen sul mercato basata sulla nuova piattaforma modulare per veicoli elettrici (MEB).
Un bravo sceneggiatore potrebbe far finire qui il film, con un “happy ending” appena accennato e uno spiraglio di speranza non solo per il mondo dell’auto.
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