ROMA - Se il futuro di Volkswagen è elettrico, il presente non è proprio elettrizzante. I dati del mercato europeo di marzo confermano il continuo calo delle vendite con la quota relativa al singolo mese che è scesa al 9,7%, quindi sotto la soglia psicologica del 10%. Quella del trimestre si mantiene ancora al 10,5% ma è in calo di mezzo punto sull’anno precedente e se è vero che le vendite sono leggermente aumentate rispetto al 2016 (del 3,3% nel trimestre) lo hanno fatto in un mercato che è cresciuto dell’8,2%. Insomma, si può girare in diversi modi ma la realtà è che Volkswagen vende meno di prima.
EUROPA - Difficile dire se la colpa sia del dieselgate o di una gamma prodotti non all’altezza, ma questa è la realtà. Nel mercato tedesco, dove solitamente spadroneggia, Volkswagen ha addirittura ceduto il 4% nel trimestre. Anche in Francia le cose non vanno bene (-9%), mentre nel Regno Unito c’è un certo stallo. A impedire la totale disfatta nei “big five markets” sono l’Italia (+15%) e la Spagna (+30%), che mostrano di apprezzare i prodotti di Wolfsburg al di là di tutto; tuttavia i manager tedeschi non hanno molti motivi per cui sorridere. Ma quali sono i problemi del marchio Volkswagen?
GAMMA - La risposta è sicuramente articolata ma la prima cosa che salta all’occhio è l’età media della gamma, piuttosto alta. Spesso alcune Case automobilistiche si vantano di avere la “line up più fresca del mercato”, ecco, forse nel caso della Volkswagen è il contrario. Dei tre cavalli di battaglia classici, Polo, Golf e Passat, solo l’ultima è realmente aggiornata: la piccola è sul mercato dal 2009 e la compatta dal 2012. Anche la citycar Up! è sul mercato da 6 anni, un periodo in cui non è mai riuscita sfondare, mentre modelli derivati dalla Golf come il Maggiolino o la Sportsvan non vengono “capiti” dal mercato e fanno numeri bassissimi. Le grandi Sharan, Touran e Touareg reggono ancora il colpo ma si parla sempre di numeri di nicchia.
SUV - E i SUV? Una boccata di ossigeno sta arrivando dalla nuova Tiguan che rimane comunque un’auto di fascia media dal listino prezzi che supera facilmente i 30.000 euro. Servirebbe un SUV più piccolo, quel T-Roc che dovrebbe arrivare entro la fine dell’anno (o al massimo all’inizio del prossimo), e servirebbe anche la nuova Polo (arriverà anche lei entro il 2018), sebbene nel segmento B i margini siano molto bassi. In tutto questo, infine, Volkswagen deve ancora decidere se perseverare sul posizionamento “near premium” sia conveniente, considerato quanto stanno crescendo marchi come Seat e Skoda che utilizzano tutta la sua tecnologia ma la vendono a un prezzo inferiore.