Elzbieta Bienkowska, commissaria Ue per il mercato interno ha dato un ultimatum ai ministri dei trasporti dei paesi membri dell'Unione, definendo cruciale un'intesa immediata in fatto di emissioni. Si è infatti tenuta in Lussemburgo unariunione straordinaria per trovare nuove regole dopo lo scandalo Volkswagen, ma nonostante l'urgenza della crisi, i tecnici degli stati membri che si sono riuniti martedì non sono riusciti a trovare un'intesa, con diversi paesi tra cui Germania e Francia che non hanno presentato la loro posizione ufficiale e a cui la commissaria ha concesso più tempo, sino al 16 ottobre, per trasmetterla a Bruxelles per iscritto.
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Durante il dibattito pubblico al Consiglio trasporti, però, i ministri si sono mostrati più disponibili rispetto ai tecnici sulla richiesta di Bruxelles di applicare una soglia di tolleranza massima del 60% in più rispetto agli 80 milligrammi per km consentiti sulle prove su strada contro gli sforamenti attuali del 400-500% rispetto ai test di laboratorio. Il periodo di tolleranza sarebbe transitorio dal settembre 2017 al settembre 2019, quando non verranno più ammesse discrepanze con i valori reali delle emissioni.
La Germania, rappresentata dal ministro Alexander Dobrindt, ha assicurato che "apprezza la proposta della Commissione" e ha concordato sul fatto che "l'approvazione del regolamento dovrebbe avvenire il più rapidamente possibile, e la Commissione Ue ha il nostro pieno sostegno su questo". Anche il collega francese ha chiesto che "la Commissione prenda misure che devono essere finalizzate prima della fine del mese". Pure l'Italia, che secondo alcune fonti avrebbe invece mostrato la sua contrarietà insieme alla Spagna durante la riunione dei tecnici, ha mostrato disponibilità. "Noi collaboreremo con grande forza all'implementazione rapida del pacchetto per introdurre il prima possibile le nuove misure" in quanto "bisogna fare bene e presto" introducendo i nuovi test su strada, ha detto il ministro Graziano Delrio intervenendo nel dibattito pubblico. Alcuni paesi come Gran Bretagna, Olanda e Danimarca hanno addirittura chiesto di accelerare con l'entrata in vigore delle nuove misure già dal 2016, mentre la Polonia, contraria, vuole aspettare ancora. "Voglio che la discussione sia terminata ora, altrimenti l'opinione pubblica non ce lo perdonerà", ha avvertito la commissaria Ue.