Carlucci (Toyota): “Così il SUV è rispettoso”<br />

L’ad della filiale italiana fa il punto sulla nuova RAV4 “green” e sulla mobilità alternativa, rivela cosa sta facendo e cosa farà Toyota per confermarsi leader del segmento e parla anche di… idrogeno
dal nostro inviato Pasquale Di Santillo
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Avere a disposizione un'auto icona permette di lavorare intorno a qualcosa che è piaciuto e continua a piacere. Farla convolare a nozze con il trionfale presente della tecnologia motoristica significa avere in cassaforte un valore aggiunto per gli anni a venire.
Andrea Carlucci, 44 anni, romano, è l'amministratore delegato di Toyota Motor Italia e conosce bene le prospettive del nuovo Rav4 Hybrid. «Nel panorama attuale - spiega - l'ibrido, e in un domani ormai molto vicino, l'idrogeno, non vuol dire solo immaginare, progettare, costruire e vendere una tecnologia. Ma anche essere intimamente connessi con la società in cui viviamo, per cercare di migliorare il mondo che la ospita. Con il nuovo RAV4 Hybrid, Toyota intende offrire la perfetta sintesi di cosa Toyota è in grado di fare, coniugando la visione di chi ha inventato il SUV con l'innovazione di chi ha inventato l’ibrido».

Con Rav4, Toyota completa l'unica gamma totalmente ibrida (Aygo a parte) sul mercato: l'Italia come ha recepito questa rivoluzione culturale?
«Diciamo che i numeri iniziano a darci ragione. Ormai una Toyota su tre venduta è ibrida. E la soddisfazione più grande è registrare l'avvicinamento lento ma costante dei nostri concittadini alla mobilità sostenibile. Senza dimenticare che il nuovo Rav4 Hybrid è davvero l'esempio di Suv compatto, adatto per muoversi in ogni ambiente, compreso quello urbano dove vengono messe in risalto la sua agilità e la sua capacità di distinguersi dalle altre vetture, grazie ad una personalità forte, originale. Per non parlare della facilità di guida e dei bassi consumi».

Aspettando (nel 2020) le pari oppurtunità tra le vendite di macchine ibride e tutte le altre vetture, quali obiettivi volete raggiungere con Rav4 Hybrid?
«Intanto che porti i SUV in un'altra dimensione, quella sostenibile, anche per come vengono visti e concepiti dalla maggioranza delle persone. Poi, è indubbio, sul mercato l'aspettativa è grande. Parlare di numeri non è mai facile ma a guardare anche gli oltre 1.000 contratti già portati a casa, direi che sono ottimista...».

E della Mirai del sogno a idrogeno, cosa si sente di anticipare?
«E' già venduta in Giappone e arriverà in Europa, ma per il momento solo nelle zone in cui à stato possibile realizzare i distributori di idrogeno per autotrazione, come in Germania, Londra, Copenhagen. In Italia, l'idrogeno è venduto solo a Bolzano perchà l'attuale normativa non consente l'erogazione di idrogeno a una pressione superiore a 350 BAR, mentre per fare rifornimento nei serbatoi delle vetture a celle a combustibile è necessario arrivare a 700 BAR per stare in piena sicurezza. Serve realizzare una rete di distribuzione, ma ci vuole l'impegno delle istituzioni». Appunto.


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