Ha ragione Mihajlovic, nella sua affettuosa prefazione, a scrivere che
«Belotti è un ragazzo di oggi, ma fa pensare a un calcio fatto non di
selfie ma di campi pesanti, maglie sudate, muscoli forti». Un tipico
prodotto italiano, verrebbe da dire, erede di una tradizione di
centravanti (Graziani, Casiraghi, Vieri, i primi nomi che vengono in
mente) che hanno contribuito a suon di spallate e reti a fare grande il
calcio italiano. Nell’attesa di conoscere il suo futuro e di vederlo
definitivamente sbocciare, ecco questa bella biografia che traccia un
ritratto preciso del bomber del Torino, nato nel 1993 in quella
straordinaria fucina di campioni che è Calcinate, nel bergamasco, dove
sono sbocciati anche Pietro Vierchowod e i due Gabbiadini (Manolo e
Melania, la sorella). Dal provino negativo con l’Atalanta ai primi passi
nell’Albinoleffe, dall’occhio lungo di Zamparini - che lo volle a Palermo
- all’approdo in maglia granata, senza dimenticare le mancette di Nonna
Maria, il diploma di geometra, l’amore con Giorgia, conosciuta a Palermo,
e il poster del suo idolo Shevchenko. E naturalmente la sua irresistibile
voglia di gol. «Perché Belotti non è un Pavone, è un Gallo - scrive ancora
Mihajlovic - da combattimento. Feroce, rapido, astuto. Ma mai cattivo e
mai scorretto. Il Belotti di oggi è forte. Il Belotti di domani può
diventare fortissimo. Dipende da lui. E spero anche un po’ da me».
ANDREA BELOTTI, IL GALLO; di Fabrizio Turco, prefazione di Sinisa
Mihajlovic; Bradipolibri, 105 pagine, 13 euro.
Le lacrime di Ivanisevic dopo aver vinto (e in quel modo!) a Wimbledon e
l’uncino micidiale di Laver, i tuffi sotto rete di Panatta e il Genio
Assoluto di Roger Federer. Una surreale intervista alla star Kournikova,
quel viaggio a Los Angeles, al confine tra l’inferno dove sono cresciute
le sorelle Williams e il Paradiso che ha visto nascere Sampras, il sorriso
di Kuerten e il match vinto in carcere dai gemelli Bryan. Gran parte del
tennis dell’ultimo mezzo secolo si ritrova nell’ultimo libro di Dario
Torromeo, perfetto antipasto per gli Internazionali che cominciano in
queste ore. Una squisita carrellata dei protagonisti della racchetta, resi
umani dalla penna dell’autore, capace di andare oltre punteggi e
descrizioni di servizi vincenti. Ecco quindi i lati più nascosti della
Schiavone, le bizze da campionessa della Sharapova, la doppia vita di
Renee Richards, l’audace ma non troppo parallelismo tra John McEnroe e
Jimi Hendrix, geniali anche nell’autodistruzione, la partita infinita a
Roma tra Nadal e Coria, che segnò in modo opposto le carriere dei due
ragazzi. Campioni e comprimari (la trasgressione della Mattek, quel dritto
incrociato di Chardy che fece piangere il grande Roger e con lui tutto il
Centrale del Foro Italico…) che svelano i loro lati meno conosciuti.
Campioni sì, ma finalmente umani. Se poi non vi rassegnate all’assenza di
Federer dai campi romani, potete provare a consolarvi con un altro libro
di “Absolutely Free”, questo interamente dedicato al campione dei
campioni, vivisezionato in diciotto ritratti d’autore. Diciotto, come il
numero degli Slam conquistati.
STORIE IN CONTROTEMPO, Federer, Ivanisevic, Serena, Kournikova e… viaggio
senza limiti tra gli eroi del tennis; di Dario Torromeo, Absolutely Free
Editore, 325 pagine, 15 euro.
18, la diciottesima vittoria di Roger Federer nel Grande Slam raccontata
da giornalisti, scrittori e campioni del tennis; autori vari, Absolutely
Free Editore, 325 pagine, 15 euro.179 pagine, 14 euro.