La leggenda dei Mondiali e i trionfi del Piemonte

Ecco le nostre due proposte di lettura di questa settimana
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LA LEGGENDA DEI MONDIALI
Il Mondiale di calcio era già una fiction prima che le fiction invadessero i nostri palinsesti e ci prendessero in ostaggio. Ha tutto per presentarsi come tale: lo spessore dei personaggi, protagonisti e comparse a cui ti affezioni, le emozioni da romanzo popolare, i misteri, il fascino eterno, i rimpianti che accompagnano ogni partita, c’è chi vince e c’è chi perde, qualche volta - ebbene sì - c’è pure il lieto fine. Raccontare i Mondiali significa ripercorrere - puntata dopo puntata - una storia bellissima, che in fondo è anche la nostra storia. Il francese Bernard Lions, responsabile della rubrica “Football” dell’”Equipe” da quasi vent’anni, ha il dono di saper fotografare con esattezza i momenti chiave di questa grande storia. Saper scegliere non è un merito da poco. L’ha fatto, Lions, in un libro che uno dei nostri allenatori definirebbe “importante”, insomma, un libro di storie e fotografie, interviste e aneddoti, racconti e leggende. Leggendo certe curiosità di «Mondiali di calcio» ci si diverte come quando si mangiano le ciliegie: una tira l’altra, così sfogliare le pagine diventa automatico, quasi compulsivo. Ti chiedi sempre se la prossima (ciliegia) sarà più buona di quella prima. Lions è bravo nel raccontare le gesta di Pelè e Maradona, ma anche di Jalal Talebi (ct dell’Iran nel ‘98) e Sparwasser, l’uomo che decise la mitica sfida del 1974: Germania Est-Germania Ovest 1-0. Le fotografie riflettono lo spirito delle epoche diverse, mentre le interviste ai grandi Principi del Pallone (da Beckenbauer a Zoff, da Milla a Passarella) impreziosiscono un libro da sfogliare con calma, per gustarsi ogni singola pagina. (Furio Zara)
MONDIALI DI CALCIO, le storie dietro la leggenda; di Bernard Lions, Rizzoli Editore, 237 pagine, 29,90 euro

QUANDO VINCEVA LA PRO VERCELLI
Dai banchi di scuola ci è rimasta qualche vaga reminiscenza del Quadrilatero, il famoso sistema difensivo delle fortezze di Peschiera del Garda, Mantova, Legnago e Verona, che a metà dell’Ottocento gli Austriaci posero a fare da argine al nostro Risorgimento. Gli storici di calcio conoscono invece un altro Quadrilatero, quello che dominò per circa un ventennio, tra il 1908 e il ‘28, il mondo ancora ingenuo e dilettantistico - ma poi, a ben vedere, nemmeno tanto - del pallone. Prima della nascita della Serie A a girone unico, prima che gli squadroni delle grandi città se ne impossessassero, il nostro calcio fu nelle mani della provincia. Genova, prima, e poi appunto le quattro squadre del Piemonte Orientale, Alessandria, Casale, Novara e Pro Vercelli. Ancora oggi, a distanza di un secolo, le storie delle quattro squadre piemontesi sono una miniera di eventi, personaggi e aneddoti che meritano di essere raccontati, e bene ha fatto Luca Rolandi, in questo libro interessante e documentatissimo, di ripercorrerne le gesta. Terreni di gioco polverosi e inespugnabili, palloni di cuoio legati con lo spago, pubblico a bordo campo su sedie di legno, trasferte in bicicletta tra le risaie. Ma anche polemiche arbitrali, scandali, acquisti milionari. Dall’alto dei suoi sette scudetti - il primo nel 1908, l’ultimo nel ‘22 - spiccano in questo racconto le casacche bianche della Pro Vercelli, autentica fucina di campioni, quali Rosetta, Ara, Milano, Leone, Rampini, fino ad arrivare naturalmente a Silvio Piola, che giocò anche nel Novara. Il Casale vinse “soltanto" un titolo italiano, nel 1914, mentre Alessandria e Novara si dovettero accontentare di qualche piazzamento. Rolandi racconta con affetto e passione quegli anni, servendosi di qualche lontana testimonianza e dei ritagli dei giornali del tempo. Dagli anni dello splendore alla diffusione del professionismo, con il clamoroso passaggio nel 1923 (per 50.000 lire) di Rosetta dalla Pro Vercelli alla Juventus degli Agnelli, arrivati da poco alla guida dei bianconeri. Era il segnale che le grandi città del Nord, come Torino, Milano, Bologna si stavano prendendo il pallone, e non l’avrebbero mollato più. Il calcio ruggente della Provincia stava tramontando, resistono ancora a distanza di tanti anni il fascino e le imprese dei suoi campioni.
QUANDO VINCEVA IL QUADRILATERO; 1908-1928: gli anni d’oro del calcio piemontese; di Luca Rolandi, BradipoLibri, 179 pagine, 16 euro.

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