Il Palalottomatica di Roma apre le porte ai Negramaro per i tre concerti de “La rivoluzione sta arrivando tour” in programma oggi, domani e il 29 novembre nella Capitale. I Negramaro si riprendono così la scena. E lo fanno con una nuova evoluzione, l’ennesima in carriera per la band salentina che ha convinto ancora una volta tutti. Dopo la pubblicazione del nuovo disco “La rivoluzione sta arrivando”, il gruppo che più di chiunque altro ha saputo coniugare la ricercatezza dei testi della migliore tradizione cantautorale italiana al sound del rock internazionale, torna sui palchi con un tour dal forte impatto scenico che già dalle prime uscite ha fatto registrare il tutto esaurito. E Roma avrà l’onore di ospitarli per ben tre appuntamenti, oggi, domani e il 29 novembre al Palalottomatica. Tutti pronti? La rivoluzione sta arrivando…
Ciao Giuliano. Partiamo dal disco. La Rivoluzione sta arrivando. Sembra quasi una sfida…
È un titolo che vuole far riflettere chi ascolta questo disco. Siamo in un’epoca in cui anche un piccolo titolo porta alla riflessione e questo per noi è più un augurio. La rivoluzione come quella che cantiamo e suoniamo nell’album, vuole essere un cambiamento in termini positivi. Poi quello di cui parliamo noi nel disco sono sicuramente dei cambiamenti personali e di gruppo che hanno portato a una nuova consapevolezza della vita e del sociale, di quello che vogliamo noi e di come lo vogliamo vivere. È una perifrastica attiva, un gerundio aperto che spero si riempia di mutamenti e cambiamenti necessari e positivi per ognuno di noi.
Ogni disco è qualcosa di nuovo, di diverso, un’evoluzione continua che non tradisce però mai le attese dei fan perché rimane riconoscibile il marchio e il sound Negramaro. A che punto è questa rivoluzione/evoluzione?
È un’evoluzione del pensiero personale, di gruppo e quello che la musica può fare è aiutare a tradurre questa evoluzione in una chiave emotiva. E quando si toccano le emozioni è facile ritrovarsi, senza tante parole, a sentire delle stesse cose ed emozioni che ti portano a riflettere. E noi crediamo che l’arte dia la possibilità ancora oggi di sognare in un mondo in cui lo scetticismo la fa da padrone e che una vita migliore possa esserci anche grazie a un disco.
In alcune canzoni si sente il ritorno alle origini, al disco d’esordio Negramaro…
È un album che ha dentro di sé quelle che sono le origini, quindi il passato, ma anche il presente e quello che è per noi il futuro. “La rivoluzione sta arrivando” è un po’ una sintesi di quello che è stato il nostro cammino sinora, che guarda sì al passato ma con i piedi puntati al presente e le mani rivolte al futuro plasmando cose nuove. E questa rivoluzione sarà la base di quello che saranno i nostri prossimi lavori. Questo disco così prende le sonorità delle origini, la produzione artistica indipendente già avuta con una storia semplice ma in questo caso sostenuta da un fonico internazionale come Jacquire King, già produttore di Kings of Lion, Bon Jovi e Norah Jones.
Credo di non sbagliare se dico che la forza dei Negramaro è soprattutto nel gruppo.
Siamo da 15 anni insieme e devo dire che il successo è dovuto soprattutto a questa unione. Nessuno di noi da solo avrebbe avuto lo stesso riscontro e in questa maniera così eclatante. Io personalmente credo che se non avessi avuto il gruppo non so se avrei reagito alla stessa maniera al successo. Il gruppo ti permette di volare, ma anche di tenere i piedi ben saldi per terra.
Come per i dischi anche i vostri tour sono sempre qualcosa di rivoluzionario. Questo come sarà? Che deve aspettarsi il pubblico?
Siamo felicissimi perché la gente sta reagendo in una maniera incredibile. È un anno che stiamo lavorando al tour con il nostro staff che ha costruito lo spettacolo intorno ai fumetti che ha creato Ermanno. Nello show si viaggia un po’ nella parte filmica e scenografica tipo cartoon dell’inizio, si passa a momenti teatrali, e a interposizioni musicali inedite fino ad arrivare a un mix che è quasi un 3D. I ragazzi stanno inondando i palazzetti e ci stanno regalando delle grandi emozioni.
A Roma tripla data così come a Bari e Milano, ma anche doppio appuntamento ad Acireale e Firenze. Non è che i palazzetti iniziano a essere troppo stretti per i Negramaro?
Avevamo voglia di suonare e se avessimo puntato di nuovo agli stadi avremmo dovuto aspettare giugno, ma non ce la facevamo più sinceramente. Abbiamo scelto di fare quello che sappiamo fare meglio, ovvero andare in giro e suonare. Ma non è finita qui e questa rivoluzione, come ti ho detto prima, è una perifrastica attiva, e quel “sta arrivando” è un campo sempre aperto.
Roma è un po’ una seconda casa per i Negramaro?
Io a Roma ho comprato casa e ci vivo. È una città che amo e che rappresenta benissimo l’idea di Italia che ho in mente. Con tutti i difetti e le meraviglie che ha, è comunque una città che mi rispecchia perché ha il caos del Sud e la regolarità di una capitale europea.
Per queste tre date al Palalottomatica avete pensato a qualche sorpresa?
Le sorprese sono sorprese e speriamo che sia una grande sorpresa (ride, ndi).
Dall’1 al 20 dicembre qui a Roma all’Eliseo c’è una vostra grande fan. Ambra Angiolini con “Tradimenti”. Andrete a vederlo, tour permettendo?
La cosa brutta quando siamo in tour è che non riesco ad andare agli spettacoli. Quindi auguro a tutti di godersi lo show di Ambra. Lei spende per noi parole sempre troppo dolci e profonde. Spero di riuscire a vedere il suo spettacolo in un altro momento, ma ora non riesco proprio.
Il 29, l’ultima vostra data a Roma, al Teatro Ambra Jovinelli, potreste però andare a vedere i Kings of Convenience visto che suonano a mezzogiorno.
Grazie. Non lo sapevo. Magari qualcuno riesce a scappare, io sono costretto sempre a curare la mia voce.
Sul vostro stesso palco, a dicembre salirà invece un vostro grande amico, Jovanotti.
Con Lorenzo ci sentiamo sempre. Glielo dirò al telefono un in bocca al lupo oppure di persona, tanto ci vedremo presto.
In questo numero ci sarà un approfondimento sul quartiere Monti. Ci consigli un locale, un negozio, un posto da non perdere in quella zona?
Io amo la strada e Monti l’adoro per come si presenta. Non consiglio un locale in particolare, ,ma di andare nella piazzetta con la fontana di notte o passare una serata con gli amici tra le strade in generale di Monti. Mi piace molto il centro storico d’Italia e Monti ha un centro storico bellissimo.
Da Fazio avete suonato un pezzo dentro al Chiostro del Bramante. Se potessi scegliere un museo, una galleria di Roma dove ti piacerebbe suonare?
Lì mi piacerebbe suonare ancora. Ci pensiamo…
E con quali quadri alle spalle?
Mi piacerebbe suonare mentre un altro artista salentino come Ercole Pignatelli, a cui in questi giorni ho dedicato un’overture di parole per la sua Triennale a Milano. Mi piace immaginare che mentre suoniamo lui in tempo reale possa creare qualcosa.
Magari potrebbe essere un’idea per il futuro?
E… ci stiamo dicendo un po’ troppo (ride, ndi).
So che a te piace cucinare. Quale piatto potrebbe essere chiamato Negramaro?
Devo pensare a tutti e sei. Sicuramente un primo… Lele dice orecchiette ai frutti di mare, ma anche una carbonara di mare con un mix di guanciale e tonno rosso sarebbe perfetto.
Qual è la canzone che ascolti la mattina appena ti svegli?
Quello che ho registrato la sera prima. È una cosa che mi succede spesso. Registro tante cose.
Il poster che avevi in camera da piccolo?
Public Enemy in Don’t Believe the Hype.
So che sei un amante dei fumetti e dei cartoon. Quale il tuo preferito?
Amo soprattutto i robot: Jeeg robot d’acciaio, Transformers. Ma i primi, i nuovi non li sopporto.
La canzone che avresti voluto scrivere?
Non per il testo, ma per la melodia My way.
Il concerto per cui hai fatto i salti mortali per andare a vederlo?
Non sono un fanatico e non faccio salti mortali, ma mi è piaciuto moltissimo imbattermi a Londra nel concerto di Roger Waters. Per la prima volta ho pianto per uno spettacolo dal vivo, mi ha devastato.
Se accendo il tuo iPod cosa ci trovo?
Un casino. I brani dei Negramaro del prossimo decennio (ride, ndi) sotto la nomenclatura “Demo 2018”. E poi la musica elettronica, il folk o il country. Tanta buona musica ma senza un genere preciso.
Se i Negramaro fossero una nota quale sarebbe e perché?
Il La, quello per cui accordarsi col mondo.
Il gruppo o il cantante “garantito” Negramaro?
Clementine, ma non sono io a consigliarlo, diventerà un grande.