Il Teatro Ghione si prepara a ospitare sul proprio palco – da domani al 19 novembre – una banda tutta speciale: Gli onesti della banda. I protagonisti di questa vicenda sono Tonino, il suo amico Peppino e il Ragioner Casoria. Tonino è un giovane disoccupato di 35 anni laureato con il massimo dei voti che dopo aver cercato un impiego vanamente decide di ereditare la portineria del defunto padre. L’amico Peppino invece gestisce con la sorella una tipografia ed è sommerso dai debiti dopo aver fatto un grande investimento per rinnovare le attrezzature. E poi c’è Casoria, l’amministratore del palazzo dove lavora Tonino ed è un personaggio che è sempre in bilico tra la legalità e l’illegalità e prova spesso a coinvolgere Tonino nei suo affari. Il giovane rifiuta sempre tutte le proposte fino a quando il Ragioniere non si presenta a casa sua con una valigia nella quale c’è un cliché originale, nonché della carta filigranata per stampare banconote da 10 euro. Il povero Tonino inizia a cedere quando il giorno seguente arriva una cartella di Equitalia. È in quel momento che decide di parlare della valigetta a Peppino e insieme accettano la proposta del Ragionier Casoria ed ecco che tutti e tre danno vita a una piccola banda di falsari “spacciatori” di banconote di 10 euro. Sul palco Ivan Castiglione, Francesco Di Leva, Giuseppe Gaudino, Irene Grasso, Adriano Pantaleo e Luana Pantaleo diretti da Giuseppe Miale Di Mauro che racconta: «Abbiamo deciso di ritornare a una tematica che ci appartiene torniamo a occuparci di camorra, ma tenendo ferma la necessità di ricercare altri codici, più moderni e meno realistici. La strada della commedia brillante ci è sembrata rispondere a queste esigenze e per fare in modo che la nostra commedia mantenesse uno spessore anche di indagine sociale, abbiamo chiesto ad grande scrittore come Diego De Silva di collaborare al progetto. Il nostro Gli onesti della banda, riprendendo uno dei testi più famosi della tradizione comica, ripercorre le difficoltà del precariato moderno, mostrando come anche le persone oneste possano trovarsi invischiate nei meccanismi di camorra, loro malgrado, vittime e carnefici ad un tempo. I nostri “onesti” dovranno fare i conti con la loro disonestà. Questo è il punto dolente, perché scoprono che la disonestà ha una forma tentacolare. È una morsa, da cui paradossalmente “gli onesti” tornano a sentirsi liberi solo nel momento in cui si trovano a scontare la pena delle loro azioni di malaffare».