La fine degli anni Ottanta e primi anni Novanta hanno rappresentato per l’Italia un periodo critico, di grandi difficoltà: oltre ai molti coinvolti nella guerra tanti altri, decisero di emigrare verso le Americhe, un esodo che toccò circa 9 milioni di persone. Era il sogno americano nella speranza di un miglioramento della propria condizione sociale.
«Tutti partivano, non c’era casa che non piangesse. Pareva la guerra; e come quando c’era la guerra, le mogli restavan senza marito e le mamme senza figlioli… e i meglio giovani del paese andavano a lavorare in quella terra incantata che se li tirava, come una malafemmina». (M. Messina). Con queste parole prenderà il via, sabato 5 agosto, la terza serata del Festival “Di voci e di suoni” a Caprarola, (provincia di Viterbo) con lo spettacolo “Li viaggi di Ulisse” per la regia di Romolo Passini. La rappresentazione si inserisce all’interno della decima edizione della kermesse, iniziata lo scorso 15 luglio e che andrà avanti fino al 19 agosto.
Tornando all’emigrazione e al sogno americano, furono in tanti a partire anche da Caprarola: volevano diventare americani, volevano diventare ricchi. Proprio quello che volevano anche Vittorio e Peppe che, con le rispettive mogli, Tuta e Annetta, intrapresero il viaggio verso la terra dei sogni, verso Nova York. Una volta giunti a destinazione, faranno una serie di incontri alquanto bizzarri che condizioneranno fortemente la loro permanenza nel “nuovo continente”.
A raccontare la curiosa storia delle due coppie sarà la Compagnia Teatro Popolare “P. Liuzzi” – che festeggia quest’anno 45 anni di attività – che ha deciso di recitare lo spettacolo in dialetto caprolatto, lo stesso che genitori e nonni usavano per raccontare le storie, proprio come questa.