Tutti conosciamo Risiko come uno dei più famosi giochi da tavola. Una riproduzione del mondo e tanti carrarmatini colorati pronti a conquistarlo. Basta aprire un po’ la mente per capire che si tratta di una metafora, la metafora sul potere e sulla voglia di conquistare sempre più persone, sempre più consensi.
A ciò si è ispirato Francesco Apolloni quando, ormai venticinque anni fa, scrisse la commedia Risiko - Quell’irrefrenabile voglia di potere che ebbe un successo incredibile, applauditissima in tutti i teatri. Adesso quello spettacolo viene riproposto, grazie all’acuta regia di Vanessa Gasbarri, e torna in scena da stasera fino al 9 aprile sul palco del Teatro Cometa. Il tema, allora come oggi, è sempre attuale: «il crollo della vecchia classe politica e la nascita della nuova».
Siamo nei primi anni ’90 e quattro giovani aspiranti politici – interpretati da Luigi Pisani, Antonio Monsellato, Andrea Bizzarri e Guenda Goria – si ritrovano in un albergo di lusso, luogo in cui il giorno seguente si terranno le elezioni del nuovo segretario giovanile del loro partito (di quale partito non è dato sapere e non ha importanza ai fini della storia). A loro si aggiungono altri due personaggi, una cameriera (Giulia Rupi) e un amico d’infanzia (Tommaso Cardarelli), che portano scompiglio e rendono ancora più evidente ciò che accomuna tutti loro: la smania di potere che lentamente si trasforma in moda, non qualcosa in cui si crede, non ideali per cui combattere, ma uno status symbol a cui aspirare.
La regista Vanessa Gasbarri riesce perfettamente sia a palesare questa “dinamica del gioco” sia ad arricchire lo spettacolo di risvolti comici che lo rendono più accattivante, perché «Risiko non è un testo sulla politica ma sul potere, chiunque si avvicina ad esso finisce per subirne il fascino».