Lo sport racconta storie di uomini, storie che da sempre scorrono insieme al tempo dell’umanità, ne seguono i cambiamenti, i passaggi delle epoche. È capitato tante volte nella storia. È capitato anche nel 1936.
È questo quello che racconta Federico Buffa nel suo spettacolo Le Olimpiadi del 1936 in scena da domani 1° novembre al Teatro Sala Umberto di Roma. Uno spettacolo che partendo dalla narrazione di una delle edizioni più controverse di sempre dei Giochi arriva a raccontare tante storie diverse racchiuse in una molto più grande. Le Olimpiadi del 1936 è uno spettacolo che, mescolando differenti linguaggi teatrali, rievoca quelle che Hitler e Goebbles volevano fossero le loro Olimpiadi, uno dei momenti più alti della razza ariana. E invece così non è stato. Sono state le Olimpiadi dell’uguaglianza, le Olimpiadi di Cornelius Jonshon e Dave Albritton (medaglie nel salto in alto) di Jesse Owens (4 indimenticabili ori), di due atleti giapponesi che arrivarono primo e terzo alla maratona di Berlino. Alla premiazione, mentre ascoltavano l’inno, la loro testa era china. Non erano giapponesi, erano Coreani. Il vincitore nel 1988, 52 anni dopo, portava dentro lo stadio di Seul la fiamma olimpica questa volta con la maglia della sua nazione in dosso. Lo sport racconta storie incredibili, storie di uomini che invitano inevitabilmente alla riflessione.
Tutto verrà raccontato con le parole di chi c’era in quei giorni esaltanti e tremendi, con lo stile narrativo incalzante di Federico Buffa, con la musica e le canzoni evocative di un’epoca in bilico tra il sogno e la tragedia, con le immagini “rivoluzionarie” di Leni Riefensthal. Sul palco insieme al giornalista e telecronista di Sky i musicisti Alessandro Nidi, Nadio Marenco e la giovane cantante Cecilia Gragnani.