Teresa Mannino a teatro racconta com’era

"Sono nata il ventitré": ecco il grande successo dell'attrice e comica di nuovo in scena all'Ambra Jovinelli

"Ventitré bucio de culo" si dice a Roma, ma per Teresa Mannino il ventitré, oltre alla sua data di nascita, rappresenta l’inizio di una serie di vicende che l’hanno resa la donna che è oggi. La sua vita raccontata nello spettacolo “Sono nata il ventitré” evidentemente piace al pubblico, perché dopo una stagione di sold out ritorna dal 9 febbraio al Teatro Ambra Jovinelli di Roma.

Se è vero che siamo la somma di quello che siamo stati, di quello che siamo e delle scelte che faremo, sicuramente questo spettacolo ci mostrerà ciò che ha reso Teresa Mannino il personaggio che è oggi. «Ho voglia di raccontarmi» dice l’attrice siciliana che non vede l’ora di portare sul palcoscenico le vicende della sua infanzia, raccontare i sui traumi, il rapporto con i genitori e i mitici anni ’70 che Teresa ha vissuto.

Buona parte della sua forza e determinazione derivano dalla sua famiglia che, come lei stessa afferma, le è stata sempre vicina anche quando da ribelle non ha seguito le orme familiari rinunciando agli studi universitari. Parla anche delle donne e soprattutto dei tradimenti: guarda caso le donne che tradiscono non vengono perdonate e di solito muoiono, mentre gli uomini traditori non muoiono mai, così Teresa introduce anche il tema della violenza sulle donne.

Sono nata il ventitré è dunque anche lo specchio dei suoi pensieri: «Sono una persona diretta, questo è il mio peggior difetto» dice «la sincerità può essere male interpretata, e anche nella mia carriera, soprattutto all’inizio, ho rischiato più volte di lasciare di stucco il mio pubblico per i miei modi diretti».


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