Caparezza sbarca nella Capitale con “Prisoner 709”

Dopo il successo nei palazzetti, l'artista pugliese si esibirà stasera al Rock in Roma. «Sono tante le domande esistenziali che mi sono posto mentre scrivevo questo disco»
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Caparezza sarà l’assoluto protagonista stasera al Rock In Roma con il nuovo album “Prisoner 709”. L’artista di Molfetta ha fatto registrare oltre 20 sold out nei palazzetti da novembre a febbraio, oltre 9mila km su un furgone, da nord a sud della penisola, circa 125mila biglietti venduti. Caparezza, all’anagrafe Michele Salvemini, porterà sul palco dell’Ippodromo delle Capannelle la sua nuova “fatica musicale”, nata nel 2015, dopo che l’artista era stato colpito dall’acufene: un disturbo uditivo costituito da rumori (come fischi, ronzii, fruscii, pulsazioni) che l’orecchio percepisce come fastidiosi a tal punto da influire sulla qualità della vita del soggetto che ne è affetto. Il titolo dell’album, “Prisoner 709”, racchiude al proprio interno un percorso di autoanalisi che parte da una situazione di disagio (rappresentato dal primo brano “Prosopagnosia”) fino a giungere alla sua accettazione (testimoniata dall’ultima traccia del disco “Prosopagno sia!”). L’artista gioca con i numeri. Lo 0, infatti, riprende la forma del disco, un trait d’union tra una parola di sette lettere e una di nove: Michele o Caparezza, compact o streaming, sopruso o giustizia, guarire o ammalarsi, ragione o religione. Questi sono solo alcuni dei sottotitoli dei brani del nuovo album. Sedici è la somma di sette e nove e coincide, non per caso, con il numero dei pezzi di “Prisoner 709”, ciascuno dei quali rappresenta un capitolo del carcere dal quale l’artista cerca di evadere. «La scelta del bianco e nero, in contrapposizione all’esplosione di colori della copertina di “Museica”, e? dovuta al bipolarismo del progetto ed è perfetta per raccontare come ho visto il mondo in questo anno e mezzo di composizione. Sono un artista libero o sono prigioniero di questo ruolo? Sono felice o solo soddisfatto? Fare dischi era nel mio destino o è stato solo un grosso equivoco? Sono tante le domande esistenziali che mi sono posto mentre scrivevo questo disco, mentre cercavo di superare lo shock dell’acufene che mi ha colpito nel 2015, mentre cercavo di reinterpretare i tarocchi che avevo davanti», questo il commento dell’artista. Caparezza approda finalmente nella Capitale, un’opportunità da non perdere per i fan per trascorrere, tutti insieme, una serata che: “Ti fa stare bene”.  


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