Un linguaggio pittorico inconfondibile e riconoscibile, una dimensione onirica – quasi fiabesca – in cui l’eco della nostalgia per un mondo che non c’è più si percepisce in maniera prepotente, immagini che non lasciano spazio alla sfumatura ma si traducono nell’esuberanza delle forme. Ecco la cifra stilistica di uno dei più grandi artisti contemporanei, Fernando Botero.
Sotto l’egida dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, promossa dall’Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma Capitale, con il patrocinio della Regione Lazio e dell’Ambasciata di Colombia in Italia, ha preso il via (e continuerà fino al 27 agosto) la prima grande mostra retrospettiva dell’opera di Botero in Italia. Organizzata e co-prodotta da Gruppo Arthemisia e MondoMostreSkira, l’esposizione è curata da Rudy Chiappini in stretta collaborazione con l’artista.
Nel suggestivo Complesso del Vittoriano-Ala Brasini sono ripercorsi gli oltre 50 anni di carriera del pittore attraverso 50 suoi capolavori. «Credo molto nel volume, in questa sensualità che nella pittura suscita piacere allo sguardo. Un quadro è un ritmo di volumi colorati dove l’immagine assume il ruolo di pretesto», parla così il Maestro riferendosi a quell’universo complesso e nascosto che si cela dietro la prima impressione della sua arte. Il delicato equilibrio tra maestria esecutiva e valori espressivi – i ritratti austeri, i nudi privati di ogni malizia, le nature morte – si traduce nel concetto di abbondanza ma, ad un’occhiata più attenta, irrompe negli occhi di chi osserva un senso di nostalgia e smarrimento. Le figure dalle forme abbondanti, soprattutto quelle femminili, sono un tratto emblematico della pittura di Botero: si tratta di un atto funzionale con lo scopo di far comprendere l’importanza dei colori. La sua pittura non può essere categorizzata, non appartiene a nessun genere, e attraverso essa il Maestro racconta il popolo che vive semplicemente la quotidianità, senza giudizi né morali.
Ad accogliere il pubblico fuori dalla mostra la gigantesca scultura in bronzo Cavallo con briglie (più di tre metri di altezza per oltre una tonnellata e mezzo di peso), posta nello spazio antistante il Museo per raccontare la perfetta plasticità volumetrica delle forme simbolo dello stile Botero.