Un buon cast (Brolin, Connelly, Kitsch, Teller, Bridges) e un regista che lascia i giocattoli fantascientifici (Kosinski) per raccontare una storia vera. È quella dei Granite Mountain Hotshots in Fire Squad - Incubo di Fuoco (nelle sale italiane da ieri), unità municipale di pompieri che intraprende un percorso di determinazione e sacrificio per ottenere la certificazione da “hotshots”, ovvero l’élite che fronteggia gli incendi negli Stati Uniti.
Lungo il loro cammino si intrecciano i pericoli del fuoco e quelli personali. Il capo della squadra, Eric Marsh (Josh Brolin), ha un fiuto infallibile quando si tratta dei suoi ragazzi o comprendere come si sposteranno le fiamme durante un incendio, ma tale capacità è messa a dura prova quando accetta di inserire in squadra il tossico-dipendente Brendan (Miles Teller). Tra quest’ultimo e alcuni membri del team si crea subito un rapporto difficile, ma presto la diffidenza si trasforma in amicizia. La forza di Fire Squad - Incubo di Fuoco è proprio nella narrazione dei rapporti tra commilitoni, il legame indissolubile che si crea tra chi rischia la vita e deve affidarsi al compagno accanto a lui per vincere una sfida dura come quella contro il fuoco. Gli hotshots sono l’élite dei vigili del fuoco nel contrastare gli incendi in aree verdi, sono considerati una sorta di Navy Seals dell’antincendio. Combattono il fuoco con il fuoco. Nel realizzare il film Kosinski forse indugia troppo nel racconto delle gesta eroiche, si lascia travolgere dall’ardore verso le vicende di questi personaggi, un fuoco che lascia poche ombre, ma sfrutta tutte le conoscenze apprese nel girare la pellicola con un’importante presenza degli effetti speciali come Tron Legacy e Oblivion, per realizzare un film visivamente incredibile, con almeno un paio di scene davvero notevoli in cui i Granite Mountain Hotshots sfidano un incendio che divampa. La loro eroica vicenda è rimasta sconosciuta fino ad oggi, fino all’uscita di Fire Squad-Incubo di fuoco.