Ritornano Elio Germano e Daniele Luchetti dopo Mio fratello è figlio unico e La nostra vita e con loro c’è Marco Giallini nei panni di Numa Tempesta: Io sono Tempesta è la storia del personaggio del titolo, finanziere che gestisce un fondo di investimento da un miliardo e mezzo di euro, con ottimi agganci soprattutto nella politica, che, a causa di una condanna per evasione fiscale, è costretto a scontare una pena di un anno ai servizi sociali. Nel centro di accoglienza incontra Bruno (Elio Germano), perso il bar, persa la moglie, nella vita di Bruno c’è solo il figlio a cui non riesce a dare un tetto sotto cui dormire. All’inizio, l’incontro con Numa Tempesta è pieno di diffidenza, ma presto tra i due nasce l’intesa.
Luchetti evita tutti i luoghi comuni della commedia italiana dei buoni sentimenti, raccontando un’emotività e un’umanità “altra”: non c’è la bontà d’animo dei poveracci, non c’è il ricco cattivo che si ravvede. Ciò che interessa a (e in parte a Germano la cui impronta sul personaggio è decisiva) è esplorare quella zona d’ombra in cui i poveri aspirano a essere come i ricchi, a caccia della comprensione del meccanismo che si nasconde dietro il successo.
Lo stesso Germano spiega il lavoro fatto con il regista: «Con Luchetti abbiamo un rapporto che va al di là di quello lavorativo, abbiamo collaborato spesso insieme e non cerchiamo di ripetere ciò che ha funzionato, ci piace metterci ogni volta a intraprendere un percorso diverso. Per Io sono Tempesta, abbiamo chiacchierato tanto di quello che doveva essere il personaggio; in seguito mi sono recato in più di un centro poveri per studiare e avere un’idea più precisa».