A poco più di dieci giorni dalla Notte degli Oscar esce anche in Italia Il Filo Nascosto, il film che ha raccolto sei candidature piuttosto “pesanti”: film, regista, attore protagonista, attrice non protagonista, costumi e colonna sonora. Il nuovo gioiello di Paul Thomas Anderson è nelle sale da ieri e stando alle dichiarazioni rilasciate, sarà l’ultima interpretazione di uno dei giganti della storia del cinema, quel Daniel Day-Lewis che condivide con Nicholson il record di statuette ma, contrariamente al collega, tutte ottenute nella categoria più importante, il protagonista. Una carriera che si conclude con l’ennesima prova mastodontica. Siamo negli anni Cinquanta, Daniel Day-Lewis è Reynolds Woodcock, stilista che veste reali, stelle del cinema, ereditiere, aristocratici, debuttanti e signore. Insieme a sua sorella Cyril (Lesley Manville, musa di Mike Leigh, anche lei candidata all’Oscar) ha costruito un impero dell’eleganza denominato The House of Woodcock. Reynolds è uno scapolo impenitente e quando si stanca di una delle sue conquiste è la sorella a sbarazzarsene, ma con Alma (Vicky Krieps) le cose sembrano essere diverse. Come per tutte le altre donne, cuce vestiti pensati per lei, trasfigurando in essi il piacere estatico dell’atto sessuale. Il bozzolo invalicabile della personalità di Reynolds vacilla di fronte all’ossessione per Alma, i ritmi, gli orari e le abitudini sono sconvolte. Il dolore e il male assumono nuovi contorni in una storia d’amore con contorni taglienti.
All’ottavo film e alla seconda collaborazione con Daniel Day-Lewis dopo Il Petroliere, Paul Thomas Anderson disegna l’ennesimo perfetto allestimento, la ricostruzione di un’era, un vestito perfettamente cucito dal sarto sopraffino qual è, come testimoniano le candidature per i costumi (a Mark Bridges, da sempre al fianco del regista) e la colonna sonora (a Jonny Greenwood, membro dei Radiohead).