Torna Cattivissimo Me

Terzo capitolo della saga che ha lanciato i Minions ed esaltato la cattiveria al potere
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Un giorno nelle sale e il ritorno di Cattivissimo Me e i suoi Minions ha rivitalizzato il languente box office italiano. Un milione e mezzo di euro e l’estate al cinema è di nuovo gialla di passione nei confronti di Gru e delle sue tre bambine, ma soprattutto verso i piccoletti terribili. 

In Cattivissimo Me 3, Gru deve affrontare un nuovo supercattivo, Balthazar, un ex bambino prodigio della tv anni Ottanta che compie i suoi colpi a suon di trovate ispirate proprio alla cultura pop di quel periodo che faranno felici i papà e le mamme che accompagneranno i figli al cinema. In più, la vita familiare di Gru si complica perché scopre di avere un fratello gemello di cui ignorava l’esperienza, Dru. La riunione familiare ha uno strano effetto e il nostro eroe scopre di nuovo la passione per la cattiveria. Nel frattempo gli amati Minions iniziano un viaggio per ricongiungersi con il loro padrone.

Cattivissimo Me 3 è pieno di gag e trovate convincenti e divertenti che divertiranno i piccoli e riempiranno di nostalgia i cuori dei più grandi. Ne ha parlato anche Max Giusti, l’attore che quest’anno si trova di fronte alla sfida di doppiare non solo il protagonista ma anche il suo gemello: «Per me gli anni Ottanta sono la coperta di Linus che mi aiuta ogni giorno a trovare la forza per andare a lavoro, rappresentano l’età dell’imprinting e della positività». In versione originale Gru è doppiato da Steve Carell che lo interpreta come una sorta di Bela Lugosi versione cartone animato; inizialmente Max Giusti ha seguito una strada tutta sua perché «sette anni fa ci rendemmo conto che era impossibile riproporre la scelta di Carell, per questioni di opportunità e sensibilità del momento; Gru nacque di fantasia, cercando una voce che potesse essere cattiva in alcune tonalità e dolce in altre, come quando legge le fiabe alle ragazze. Invece, Dru è più vicino alla versione americana, una inflessione di testa, più cartoon». 


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