Il cinema del remake che ha preso possesso della settima arte in questi ultimi anni non poteva resistere a recuperare un titolo che ha fatto storia. Nel 1960 Ben Hur portò a casa ben 11 statuette. Ancora oggi, insieme a Titanic e Il Signore degli Anelli-Il Ritorno del Re è il film che ne ha conquistati di più, ma per 38 anni è stato un record ineguagliato. Ricordato per l’interpretazione di Charlton Heston, il colossal di William Wyler, il Ben Hur del 1960 passò alla storia per la celebre corsa delle bighe (anche se in verità si tratta di quadrighe essendo trainate da quattro cavalli), una delle scene di azione più belle importanti di tutta la storia del cinema.
La tentazione di provare a girarne una nuova versione grazie all’ausilio delle più moderne tecnologie a disposizione nel XXI secolo è stato più forte di qualsiasi altra considerazione e così, con la regia del kazako di origini russe Timur Bekmambetov, Ben Hur torna nelle sale il 29 settembre.
Con il suo predecessore, la versione cinematografica 2016 del celebre romanzo dell’eroe della guerra di secessione americana Lew Wallace condivide la location romana per le riprese. Come nel 1960, il film è stato girato a Cinecittà e più precisamente a Cinecittà World, dove, nei venti ettari di fianco al parco divertimenti sono stati prestati ai set voluti dal regista Bekmambetov. Qui è stata girata la gara tra le bighe al Circo di Antiochia, il cuore del confronto tra il personaggio del titolo e l'ex amico fraterno Messala. Altre scene sono state riprese a Matera, tra i Sassi e la Murgia. L’arena costruita dagli artigiani era lunga 500 metri e gli spalti alti sette. L’obiettivo del “nuovo” Ben Hur è conquistare nuovi mercati come la Russia o la Cina dove il film con Heston è praticamente sconosciuto. Nel cast Jack Huston e Toby Kebbel, più Morgan Freeman con capelli rasta. In più, il ruolo di Ester è stato affidato all'iraniana Nazanin Boniadi, l'israeliana Ayelet Zurer è Naomi e il turco Haluk Bilginer è Simonide.
Bekmambetov ha spiegato come l’amore per questa storia lo ha riportato a «Romeo e Giulietta, Amleto ma anche qualsiasi storia scritta da Cechov. Volevo mettere in risalto i temi del perdono e dell’amore rispetto a quello della vendetta. Ma anche rimarcare come i valori di orgoglio, rivalità, forza, potere e narcisismo, così evidenti nell’Impero Romano, abbiano drammatiche analogie con quelli del mondo odierno. Penso che l’umanità debba imparare come amare e perdonare. È l’unica soluzione».