L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo è il biopic dedicato alla vicenda dello sceneggiatore Dalton Trumbo attivo tra gli anni Quaranta e i Settanta a Hollywood e il cui travolgente successo rischiò di essere compromesso dal maccartismo e dal fervore del Comitato per le Attività Antiamericane che sfociò nella famigerata Lista Nera di professionisti del cinema a cui sostanzialmente fu impedito di lavorare per anni.
Il comunista Trumbo si vide così togliere il lavoro, il successo, la passione per la scrittura e il cinema, ma non si arrese: continuò a lavorare sotto falso nome e addirittura a vincere due premi Oscar che gli furono poi assegnati successivamente. Nei panni del personaggio del titolo c’è un incredibile Bryan Cranston. L’attore reso celebre dalla serie tv Breaking Bad è qui al suo ruolo più convincente, che restituisce un eroe semplice della libertà di pensiero, un artista “larger than life” come direbbero gli americani, capace di immaginare amori e avventure, ma profondamente innamorato della propria famiglia, dei diritti degli esseri umani e dei lavoratori.
Il film ripercorre il suo successo, il rifiuto di rispondere di fronte al Comitato per le Attività Antiamericane che lo condannò al carcere e la lenta rinascita; la sceneggiatura di Vacanze Romane e quella di La più grande corrida, l’intenso lavoro per un produttore di Hollywood che sfidò l’establishment per difendere Trumbo e il contributo di Kirk Douglas e Otto Preminger che per primi stracciarono la lista nera per lavorare con lui. Se DiCaprio è il favorito numero uno per la statuetta del Migliore Attore protagonista, il Dalton Trumbo di Bryan Cranston si impone come l’avversario più credibile. Infatti, non va mai sottovalutato il desiderio di Hollywood di raccontare se stessa e il senso di colpa per una vicenda che ancora oggi resta esemplare.