È in arrivo a Roma l’appuntamento con il grande maestro dell’Impressionismo: Claude Monet. Un’occasione unica per ammirare i dipinti che l’artista custodì nella sua ultima casa di Givency fino alla sua morte, e che poi suo figlio Michel donò al Musée Marmottan Monet, dove sono conservate. Sono circa 60 le opere provenienti dal museo parigino, che oggi raccoglie la più grande collezione al mondo di Monet, e che verranno esposte al Complesso del Vittoriano – Ala Brasini – dal 19 ottobre 2017 all’11 febbraio 2018. Una mostra unica, perché, come dice la curatrice Marianne Mathieu, «questi non sono solo i quadri dipinti da Claude Monet. Ma quelli che appartenevano a lui, che ha guardato per tutta la vita, appesi nella sua ultima, amatissima, casa a Givency».
Chi ha visto le foto d’epoca lo ricorderà, Monet teneva questi quadri nel suo studio-salone. Non in camera da letto, dove invece erano appese le tele di amici e colleghi, come Cézanne. Nei lavori esposti sarà riproposto il percorso artistico del genio dell’Impressionismo. Dai primi ritratti alle celebri caricature realizzate a metà dell’Ottocento che gli diedero i primi soldi e il primo successo, i paesaggi campestri e urbani di Londra, Parigi, Vétheuil, Pourville, le tele con gli amati fiori del suo giardino, i salici piangenti, il viale delle rose, il ponticello giapponese e infine le famosissime ninfee. La mostra sarà un viaggio nella vita dell’artista, nelle sue cose, nella sua idea di giardino. Quando nel 1883 – come afferma la curatrice della mostra – arrivò a Giverny, la casa era circondata da un frutteto, non aveva un vero giardino di fiori. Monet impiegò diversianni per trasformarlo e realizzare così il sogno di una vita: quello di dedicarsi al giardinaggio e di realizzare un sontuosissimo parco ornamentale intorno alla sua casa. «Il giardinaggio è un’attività che ho imparato nella mia giovinezza quando ero infelice. Forse devo ai fiori l’essere diventato un pittore», ammise una volta. E sono proprio i fiori i protagonisti delle sue tele più famose, che potranno essere ammirate alla mostra. Si tratta di quadri che «finché lui fu in vita, nessuno vide: mai mostrati né venduti. Perché? Quando li realizzò Monet aveva 75 anni, era un uomo ricco. E questi erano quadri di grande innovazione. Secondo me, non voleva più perdere tempo a spiegare la sua pittura».