Maurizio Battista: «Sarà una bella serata per noi e per Roma»

Stasera al Centrale Live arriva Cavalli di razza, uno show con tanti amici, di ieri e di oggi, musica dal vivo e balli. «Ci divertiremo insieme»
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Divertire e divertisi. Basterebbe questo per racchiudere l’universo di Maurizio Battista, come artista e come uomo. Semplice, genuino e spontaneo, sul palco come al telefono. Semplice e spontaneo come il suo amore per Roma, che omaggerà stasera al Centrale Live con il suo spettacolo Cavalli di razza, un vero e proprio «attestato di stima alla città».

Cento gladiatori, gare, tornei e una scenografia importante. Cosa dobbiamo aspettarci da Cavalli di razza?

«Una bella serata di “romanità”, anche se ci saranno tanti artisti di Milano, e di amicizia. Ci saranno tanti comici, più o meno famosi, saremo lì per divertirci».

Quello di stasera è uno spettacolo creato per celebrare Roma e i romani. In che modo lo farà?

«Raccontando i locali che hanno fatto la storia del cabaret da 25 anni a questa parte. A ognuno di questi abbiamo affiancato un artista che era il simbolo stesso del locale, come lo è stato Enzo Salvi per l’Alpheus. Sarà una serata impegnativa e faticosa ma molto importante per me e speriamo che la gente si diverta perché vedrà tante cose che ha visto poco. Sarà una serata per noi, una serata per Roma».

Questa volta tutta la sua comicità sarà accompagnata anche da un corpo di ballo di 10 elementi e da musica dal vivo? 

«Sì, esatto. La mia signora, Alessandra Moretti, canterà La La Land in inglese con un fantastico corpo di ballo e tanti nostri amici, sarà veramente una bella cosa». 

Chi sono i Cavalli di razza e i Puledri?

«Sono artisti, conosciuti e meno, che fanno questo lavoro da oltre 25 anni. Si va da Enzo Salvi ad Antonello Costa, a Casamura e tanti altri passando anche per chi l’opportunità di avere una serata così non l’ha mai avuta. I Puledri, invece, sono delle nuove leve come Marco Capretti e Fabrizio Gaetani. Ce ne sarebbero stati anche tanti altri da invitare ma lo spettacolo non può durare 10 ore».

In molti spettacoli lei analizza il costume e le abitudini della gente. Quando ha capito che questa poteva essere una chiave vincente per far ridere?

«Quando ho finito gli altri testi (ride, ndr). Ognuno cerca sempre la sua misura e io piano piano ho capito che raccontare questo mi risultava facile. E in questo gli anni trascorsi a lavorare nel bar di famiglia sono stati determinanti. Delle volte quando faccio uno spettacolo è come se stessi dietro al bancone, la parte è la stessa».

È partito da San Giovanni…

«È il mio quartiere, ci vivo da sempre e in genere quando guadagni qualcosa di più ti cominciano a dire “Ma abiti ancora lì?”, perché automaticamente dovresti andare a vivere a Roma Nord. Normalmente l’artista per essere di spessore deve vivere tra Cortina d’Ampezzo e Collina Flaming, è un confine invalicabile. Io invece sono rimasto qui, ho cambiato casa ma sono sempre rimasto legato al mio quartiere». 

Con i suoi spettacoli ha girato e fatto ridere tutta l’Italia. Come viene vista Roma, la romanità e la comicità romana in giro per lo Stivale?

«Giro molto il nord Italia perché ho scoperto, da un bel po’ di tempo, che se sei semplice, genuino, onesto, e corretto ti apprezzano. Insomma se sei te stesso ti apprezzano, se non fosse così non ci andrei. Magari odiano la romanità quella che odio anche io, il cosiddetto “coatto antico”». 

Da Vatte a fidà (2001) a Cavalli di razza (2017). Com’è cambiato Maurizio e la sua comicità?

«È migliorato tanto, la pratica vale più della grammatica. Se lavori, ti impegni e hai un po’ di talento migliori sempre, perché acquisti in autorevolezza, in sicurezza e in credibilità». 

Roma è casa sua, c’è un posto che più di altri le trasmette emozioni?

«Via dei Pastini al Pantheon. È un posto che mi evoca tantissimi ricordi di sofferenza ma anche belli. Lì c’era il primo bar in cui ho lavorato insieme a mio padre, ma lì è anche dove è morta mia madre. Ci vado spesso». 

L’estate di Maurizio è già iniziata e sarà ancora molto lunga. Andrà, infatti, avanti per tutto agosto con lo spettacolo Che sarà? Bo! E dopo, cosa c’è in programma? 

«Abbiamo iniziato le riprese della seconda stagione di Battistology, un programma che mi sta dando grandi soddisfazioni. E poi c’è il Teatro Olimpico a dicembre e tanti altri progetti. Poi, 11 mesi fa è nata la mia terza figlia e già questo mi tiene abbastanza impegnato».

Da grande tifoso giallorosso, cosa pensa della nuova Roma, tra l’altro la prima senza Francesco Totti. Prospettive e sensazioni?

«Io non ho capito un gran che. So solo che Di Francesco mi piace come persona, apprezzo la sua grinta, la sua umiltà e mi dà fiducia. Il resto ancora non ho capito quello che è successo».


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