Uomo e natura in mostra al Maxxi

Dal 13 aprile al 15 ottobre, Nature Forever di Piero Gilardi indaga sulla complessa relazione con una serie installazioni interattive e animazioni politiche satiriche
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Crede in un’arte militante, democratica, libera dal mercato, motore positivo di trasformazione sociale. E' Piero Gilardi, a cui il MAXXI dedica una grande monografica, Nature Forever, a cura di Hou Hanru, Bartolomeo Pietromarchi e Marco Scotini, dal 13 aprile al 15 ottobre. Oltre 60 opere, dagli anni Sessanta a oggi, raccontano il percorso di uno dei maestri dell'arte contemporanea italiana. «Per lui, l’oggetto artistico supera la pura dimensione estetica: non è fatto per essere contemplato, ma vissuto, condiviso, partecipato» spiegano i curatori, e questa interattività attraversa tutta la mostra

L'esposizione racconta il percorso di un artista che identifica la vista stessa con l'arte che diventa così per cui un impegno militante, a partire da quello ecologista. Ed è proprio da qui che l'artista torinese parte, la complessa relazione tra uomo e natura, indaga l’era del consumismo e l’utilizzo delle nuove tecnologie, in un percorso che affronta e approfondisce temi come la natura relazionale dell’arte, l’impegno sociale e politico. Si articola in quattro sezioni, ciascuna delle quali comprende sia opere sia materiali di archivio (bozzetti, testi, fotografie d’epoca). 

Tra le opere esposte in Nature Forever, ci saranno i Tappeti-Natura, rappresentazioni iperrealistiche ma artificiali di scene naturali realizzate in poliuretano espanso, la ricostruzione di Terrazza, per la prima volta in questa mostra, una struttura simile a una palafitta. Altra opera suggestiva è  Aigues Tortes (2007): un tronco per sedersi e ascoltare i suoni di un parco naturale in Spagna. Ancora il Masso della Crisi (2012), un oggetto gonfiabile realizzato per un corteo del primo maggio e le sue animazioni politiche che riproducono i volti di politici e industriali in maschere satiriche. Nelle sue opere l’artificio creativo non è inganno ma potenza che l’artista ci invita costantemente a liberare, perché l’Arte per lui non è un modo di parlare dell’arte bensì del Mondo.


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