La Ferrari non è tornata alla casella di partenza come nel gioco dell’oca, ma certo un passo indietro l’ha compiuto, un po’ di terriccio le è franato sotto i piedi in quella difficile salita che porta, che dovrebbe portare, all’eccellenza. È stato amaro lasciare la Cina dopo aver mancato il podio per la prima volta quest’anno, con Leclerc quarto e Sainz quinto nella gara – ovviamente – di Verstappen (quarta vittoria su cinque GP). I due si sono beccati per tutto il weekend ma il vero problema è stato la SF-24, incapace di mandare in temperatura le Pirelli hard. È stato sconfortante vedere il Cavallino finora saldamente seconda forza, scavalcato con autorità dalla McLaren, pur priva di aggiornamenti tecnici. Come se le papaya avessero acceso i retrorazzi, al pari di quel che era successo nella seconda metà del 2023. Norris sincero fino alla sfacciataggine: «Mi ha sorpreso la mancanza di ritmo delle Ferrari!». È evidente come McLaren abbia capito qualcosa che ai rossi è sfuggita.
La frustrazione in casa Ferrari
È stato frustrante individuare la strategia meno peggiore nella quarta stabilita a tavolino, il piano D, e infine raccogliere così poco. E non è stato di conforto precedere le Mercedes nel labirinto tecnico, o Alonso partito terzo e finito settimo dopo una sofferenza intervallata da tre pit stop. È stato deludente vivere una gara che ha offerto tante opportunità grazie a due safety car e incidenti, ma senza mai poterle sfruttare. La prima virtual safety car (giro 21) è stata colta al volo da Leclerc, che nel momento perfetto è passato dalle gomme medie alle dure, ma quelle non si sono accese come dicono i tecnici, e i tempi si sono alzati fino a fargli perdere un podio che sembrava aspettarlo a mo’ di consolazione.