Sono due i temi principali che stanno coinvolgendo il dorato mondo della NBA, in attesa del draft che si svolgerà il prossimo 21 giugno al Barclays Center di Brooklyn. Da un lato i festeggiamenti nella baia di Oakland dove si festeggia il terzo titolo in quattro anni grazie ai Golden State Warriors di Curry e Durant; dall’altro il futuro del Re, Lebron James, che dovrà decidere se continuare la sua avventura nella città che gli ha dato i natali oppure scegliere un’altra casacca da indossare (Philadelphia 76ers e Los Angeles Lakers sarebbero le due più accreditate per accogliere il miglior giocatore del pianeta).
PRECURSORI. Proprio la franchigia della città dell’amore fraterno ha precorso i tempi mostrandosi molto interessata all’universo deli eSports. Due anni fa, l’ex squadra di Doctor J e Allen Iverson decisero di acquisire una quota di maggioranza di due team: Team Dignitas e Apex Gaming. Senza diffondere i dati economici della trattativa i 76ers hanno poi deciso per la fusione in un’unica squadra che ha preso il nome di Dignitas. Un’operazione, questa, seguita dai Miami Heat i quali, nella scorsa stagione, si sono accordati con i Misfits contribuendo al marketing, alla promozione e alla diffusione del marchio.
LEGA DORATA. L’NBA, capito il potenziale degli eSports (si parla di un giro di molte decine di milioni di dollari) non si è tirata indietro e la realizzazione della NBA 2K League è la dimostrazione lampante di come la Lega, presieduta da Adam Silver, abbia tutto l’interesse a stringere sempre di più i rapporti tra le franchigie ufficiali e i team ludici. Tantissime stelle del passato, Rick Fox, Magic Johnson e Shaquille O’Neill tra gli altri, sono rimasti affascinati dal mondo ludico tanto da entrare in pianta fissa nei board delle varie società virtuali. L’NBA, e le sue franchigie, hanno aperto la strada: l’idea che il mercato possa espandersi a macchia d’olio, magari ad altre leghe sportive nordamericane, appare tutt’altro che peregrina.