Alla scoperta dello stemma biancoceleste tra racconti, interviste, curiosità e aneddoti le Olimpiadi, che quattro anni prima hanno visto nuovamente la luce. L’aquila è suggerita dai soci che pensano a un legame con l’antica Roma e promossa dal presidente Ballerini: appassionato escursionista, che nei primi anni è una delle discipline più famose e praticate. Vede l’aquila volteggiare, lassù, dove il bianco e il celeste s’incontrano. Ne ammira la fierezza, l’eleganza, e decide che bisogna adottarla sullo stemma sociale. La grafica, che nei decenni risente delle mode, poco o nulla può sull’aquila. Le sue ali spiegate valicano le epoche e le fasi storiche. A guardia dell’Idea. Nella stagione 1914-15, quella ricordata per uno scudetto oggi rivendicato e per il sangue di tanti atleti off erto alla Patria, lo stemma fa la sua prima comparsa sulle maglie. Sarà presto accompagnato dal titolo di Ente Morale.
AQUILA E POPOLO LAZIALE. La Lazio spazia in ogni disciplina. La sua storia viaggia in parallelo con quella dello sport romano, del costume, della politica, della cultura: tra i soci spicca, ad esempio, Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratura nel 1926, laziale della Filodrammatica. Una delle tante realtà, espressione della completezza multidisciplinare del sodalizio che, oggi, conta settanta sezioni sportive per circa 90 discipline praticate e diecimila atleti che, ogni giorno, si allenano con l’aquila sul petto. In casa Lazio, ogni evento ricorda questo simbolo. Nel lontano passato o in tempi recenti come quando gli abbonamenti riservati ai più giovani prendono il nome di “aquilotto”. Arriva un tricolore impossibile. L’aquila campeggia su molte delle bandiere che colorano l’Olimpico e diventa maglia, quando quello scudetto è ormai un ricordo lontano. L’aquila stilizzata del 1982 è un vero e proprio “marchio”. Simbolo di identità, aumenta il senso di appartenenza. Il legame tra il simbolo e la gente diventa negli anni sempre più stretto. Diviene parte delle scenografi e. Campeggia sui drappi che coprono la Curva Nord, notti senza sonno, vernice e passione per realizzare spettacoli che fanno il giro del mondo come quando un prestigioso marchio internazionale, la Coca-Cola, ne fece la sua campagna pubblicitaria o quando un telone immenso ha riportato fedelmente il volto dell’aquila accanto a quello di un suo figlio prediletto, Gabriele.
MAGLIA BANDIERA. La maglia bandiera torna in auge a furor di popolo. Arriva perfino a coprire tutta la Tevere, per iniziativa di vecchi e mai domi tifosi. Viene all’Olimpico perfino un “aquilifero” dei giorni nostri con Olympia - nome dato in omaggio a quei giorni lontani della fondazione - che vola allo stadio, prima delle partite. Le grandi vittorie vengono festeggiate sul tartan con un’aquila tra i giocatori. Il libro voluto dalla S.S. Lazio, curato da Fabio Argentini e Luca Aleandri, ripercorre tutto questo. Dalle origini del simbolo ai suoi significati araldici. Dalla maglia bandiera a Olympia. Le storie dei club che condividono con la Lazio il vessillo dell’aquila. Gli stemmi, dal 1900 a oggi, e i grandi eventi della storia biancoceleste, in campo, sugli spalti, nella città. Le interviste ai protagonisti di chi l’ha indossata, sul cuore. La grande storia di un simbolo: dalle radici lontane ma dal cuore sempre giovane.