ROMA - Sul conto in banca del Benfica, dall’inizio del 2000, sono piovuti 779 milioni: ecco la somma, il jackpot, l’oceano di plusvalenze che ha saputo realizzare. I bonifici in entrata sono una regola per il club di Lisbona, dove il “futebol” è leggenda: 36 titoli, 2 Coppe dei Campioni, un monumento senza tempo come Eusebio (626 gol, dopo essere partito da Lourenço Marques, quartiere di Maputo, all’epoca colonia portoghese del Mozambico), l’aquila Vitoria come mascotte e quella perfida profezia di Bela Guttmann, il tecnico ungherese che nel 1962 - dopo aver baciato la Coppa dei Campioni - preparò le valigie dichiarando che il Benfica non avrebbe più vinto un trofeo internazionale per almeno cento anni. Parole tramandate, che hanno accompagnato tante generazioni. Otto finali perse in oltre mezzo secolo per un messaggio che si è trasformato in un incubo.
LA SCUOLA - Un vivaio d’oro che genera talenti e profitti con una frequenza quasi scientifica. Vendere è la grande arte del Benfica, supermarket che colleziona affari. Ora l’attenzione dei tifosi biancorossi è concentrata sul futuro di João Felix, trequartista o seconda punta, diciannove anni, contratto fino al 2023 e clausola da 120 milioni, scartato dal Porto quando era un bambino a causa del fisico gracile e in grado di farsi largo nei piani del Manchester United (il primo a segnalarlo ai Red Devils era stato José Mourinho), del Paris Saint Germain, del Barcellona, del Real Madrid e della Juve. Il suo agente è Jorge Mendes, lo stesso di Cristiano Ronaldo. “Niente sconti, il prezzo non si tratta”, questo il segnale che arriva dagli uffici del Benfica, pronto a coccolarsi João Felix, nove gol e cinque assist in campionato, dribbling, cambi di direzione, un piede destro magico, sterzate, scatto, invenzioni, Mbappé come modello e riferimento. La Juve lo studia: nella sua agenda c’è anche Trincão, classe 1999 come João Felix, capocannoniere con cinque gol all’Europeo Under 19, lanciato dal Braga e gestito sempre da Jorge Mendes. Il Paris Saint Germain e il Manchester United spingono per chiudere in anticipo l’operazione.
IL PADRE - E’ nato a Viseu (quasi 300 chilometri da Lisbona) il 10 novembre del 1999, è alto un metro e 80, incanta anche nella nazionale portoghese Under 21: dieci presenze e quattro gol. I suoi campioni preferiti? Cristiano Ronaldo, Messi, Neymar e Kakà. João Felix ha cominciato a giocare nella scuola-calcio “Os Pestinhas”, seguendo i consigli del papà Carlos Sequeira. Dopo i gol esulta come il suo idolo Mbappé, incrociando le braccia. I tifosi del Benfica lo hanno paragonato a Rui Costa. Helder Cristovão è stato l’allenatore che ha inciso di più sulla sua crescita durante il suo percorso nella “cantera” biancorossa. Non è l’unico pezzo pregiato del nuovo Benfica, guidato in panchina da Bruno Lage e in corsa per il titolo (60 punti in 25 partite, primo posto in condominio con il Porto): c’è già la fila anche per i difensori centrali Ruben Dias (1997) e Francisco Ferro (1997, a segno in Europa League contro la Dinamo Zagabria), per il regista Gedson Fernandes (1999) e il mediano Florentino Luis (1999).