Rafael Camacho, il portoghese di casa Liverpool

Ala o trequartista, diciotto anni, quattro gol nella Youth League e la stima di Klopp, primo in Premier: un titolo che i Reds inseguono dal 1990 e che hanno vinto per l'ultima volta con Kenny Dalglish in panchina.
Stefano Chioffi
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ROMA - Anche quando nevica e c’è un clima quasi da pinguini, preferisce la sua poltroncina numerata nella tribuna di Anfield Road al divano e alla stufa di casa. Kenny Dalglish è uno dei grandi ambasciatori del Liverpool: ha un’età da pensione, ha quasi 68 anni, è marito e nonno, ha vinto da giocatore otto titoli e tre Coppe dei Campioni con i Reds, è stato uno degli assi di Bob Paisley e Joe Fagan, ma è stato soprattutto l’ultimo tecnico a regalare al popolo di Anfield il trionfo in campionato, il quarto della sua collezione di manager (uno dei quali con il Blackburn Rovers). E’ dal 1990 che il Liverpool non arriva primo: all’epoca la Premier League si chiamava ancora First Division. Settantanove punti in 38 giornate, nove di vantaggio sull’Aston Villa, in attacco un tandem da favola formato da John Barnes (22 gol) e Ian Rush (18 gol). 

IL CONSIGLIERE - Dalglish è scozzese, è nato a Dalmarnock, periferia di Glasgow: giocava nel ruolo di ala destra, era un mago del dribbling, Paisley andò a prenderlo dal Celtic nel 1977 e lo scelse come erede di Kevin Keegan, ceduto all’Amburgo. Mister Kenny, come lo chiamano i tifosi, è il talismano in tribuna di un Liverpool che vuole tornare a comandare in Inghilterra, dopo aver sfiorato nella passata stagione la conquista della sesta Coppa dei Campioni, persa in finale contro il Real Madrid da record di Zidane e Cristiano Ronaldo. Non ha solo un legame affettivo con i Reds, comunque. E’ un dirigente non esecutivo, è uno dei consiglieri più preziosi di Jürgen Klopp, che ora guida la Premier con quattro punti di vantaggio sul Manchester City, sei sul Tottenham e undici sul Chelsea e sull’Arsenal. 

ZERO SCONFITTE - Un Liverpool da circo, che piace e diverte: undici gol di Salah, sette di Mané, cinque di Shaqiri e quattro di Firmino. Il 4-2-3-1 è diventato il marchio di fabbrica di una squadra che può interrompere il digiuno dopo 29 anni: 48 punti in diciotto giornate, zero sconfitte, unico club ancora imbattuto in Premier e con la migliore difesa (sette i gol subiti dal brasiliano Alisson, ex Roma). Età media 26,6 anni e un giovane talento (Trent Alexander-Arnold, classe 1998, il terzino destro più bravo del campionato) che rappresenta una certezza anche per il ct inglese Gareth Southgate. Solo James Milner ha superato quota 30. E in rampa di lancio c’è un ragazzo di talento come Rafael Camacho, diciotto anni, portoghese, trequartista oppure ala, quattro gol e tre assist nella Youth League, la Champions Under 20 organizzata dall’Uefa. 

LA STORIA - Il Manchester City lo aveva scoperto nel vivaio dello Sporting Lisbona, ma poi nel 2016 i Reds lo hanno convinto a cambiare parrocchia. Magie con il piede destro, tocco morbido come il velluto, scatto, un metro e 76:  Rafael Camacho è nato a Lisbona il 22 maggio del 2000, ha origini angolane. Klopp lo sta facendo crescere senza pressioni. Lo stima, lo studia, lo fa allenare spesso con la prima squadra e in estate lo aveva inserito nella lista dei convocati per la tournée negli Stati Uniti. “Vederlo giocare è una gioia”, ha detto Klopp ai tabloid. E’ la stella del Liverpool baby, allenato da Barry Lewtas. Il suo numero di maglia è l’11, preferisce muoversi sulla fascia sinistra e tagliare verso l’area di rigore. Perfetta l’intesa con il terzino Adam Lewis, mancino, classe 1999, fascia di capitano, altro tesoro dei Reds.


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