ROMA - L’inversione c’è stata: merito di Erik Ten Hag, cresciuto a pane, pallone, match-analysis al computer e schemi di Pep Guardiola: due anni di scuola, da assistente dello spagnolo nel Bayern Monaco, prima di uscire dall’ombra e di cominciare a pesare il suo valore in panchina. L’Ajax mancava da quattro anni alla fase a gironi di Champions, ma non è l’unico punto a favore di Ten Hag, che ha quasi ipotecato la qualificazione agli ottavi di finale e guida una squadra ancora imbattuta in Europa: un piccolo record da condividere con il Barcellona, il Napoli, il Bayern Monaco, il Porto, lo Schalke 04 e l’Olympique Lione. E’ il nuovo guru di casa Ajax, questo tecnico olandese di Haaksbergen, classe 1970, giudicato subito da Guardiola come uno che ha idee, talento e stoffa. Con il 4-2-1-3 ha restituito spessore, credibilità e autostima a un club che in Eredivisie non vince il titolo dal 2014, quando Frank De Boer completò il suo poker da primato, in attesa di scontrarsi con le dure realtà vissute nell’Inter e nel Southampton, esperienze finite con una lettera di licenziamento.
L’IMPRONTA - Erik Ten Hag ha saputo rilanciare nell’Ajax una cultura e uno stile. E sta provando a rovinare i piani del Psv Eindhoven, che ha conquistato tre degli ultimi quattro titoli e in queste prime dodici giornate di campionato ha sempre vinto: 36 punti, +5 rispetto all’Ajax, che ha perso la sua unica partita della stagione il 23 settembre proprio contro i campioni in carica, allenati ora dall’ex milanista Mark Van Bommel, chiamato in estate a sostituire Phillip Cocu, tre “scudetti” prima di traslocare in Turchia e di firmare un contratto per tre stagioni con il Feberbahçe, che però alla fine di ottobre lo ha esonerato. Emozioni, divertimento, spettacolo, ecco il calcio di Ten Hag: trentasette gol in dodici gare di campionato, otto punti in quattro giornate di Champions, la possibilità concreta di qualificarsi per gli ottavi di finale, traguardo che non raggiunge dal 2005-06.
IL 4-2-3-1 - Onana in porta, Mazraoui e Tagliafico sulle fasce, De Ligt e Blind al centro della difesa. Schöne fa il mediano, Frenkie De Jong lavora in regia. Ziyech e Tadic sono i due esterni. Van de Beek è il trequartista. Dolberg, rigenerato dai metodi di Ten Hag, è il centravanti. E il brasiliano David Neres è il jolly che si alterna con Ziyech e Tadic. Ten Hag è l’ingegnere del nuovo Ajax, secondo in Eredivisie alle spalle del Psv e secondo in Champions dietro al Bayern. Ha 48 anni, ha un contratto fino al 2020, è stato ingaggiato il 28 dicembre del 2017. Ha cominciato la carriera di allenatore nel settore giovanile del Psv Eindhoven, ha guidato il Go Ahead Eagles, il Bayern II (collaborando con Guardiola) e l’Utrecht.
I TESORI - De Ligt, De Jong e Van de Beek valgono già oltre cento milioni di euro, in base ai calcoli dei dirigenti. Ma anche Dolberg e David Neres sono destinati a garantire un’altra fonte di ricavi, nel pieno rispetto della tradizione dell’Ajax, costruito da Ten Hag con logica ed equilibrio. Decisiva la chiave rappresentata dai due terzini, Noussair Mazraoui (classe 1997) e l’argentino Nicolas Tagliafico, ventisei anni, mancino, ex Banfield e Independiente: spingono, partecipano alla manovra, in Champions hanno segnato due gol a testa. Mazraoui è uno dei pezzi pregiati, gioca sulla fascia destra, è olandese, è nato a Leiderdorp il 14 novembre del 1997, ma ha deciso di indossare la maglia del Marocco, il Paese di origine del suo papà: il ct Hervé Renard lo ha fatto debuttare l’8 settembre contro il Malawi (3-0), partita valevole per il girone B di qualificazione alla Coppa d’Africa. Corsa, velocità, tecnica raffinata, un metro e 83, scuola Ajax, ventinove presenze, due reti e tre assist tra Eredivisie e coppe. Protagonista in Champions: suo il gol del pareggio (1-1) con il Bayern in trasferta e sua la perla che ha regalato la vittoria (1-0) contro il Benfica. Ricorda per stile e caratteristiche João Cancelo, il terzino portoghese della Juve. Ha un contratto fino al 2021 ed è gestito dai manager della Nakhli Mondial.