ROMA - Quando gli sceicchi del Qatar non avevano ancora trasformato la Ligue 1 quasi in un circolo privato, investendo un miliardo di euro nel Paris Saint Germain (cinque titoli negli ultimi sei anni, egemonia interrotta solo da un lampo del Monaco), in Francia potevano sbocciare favole come quella del Lille di Rudi Garcia, primo in un campionato (quello del 2010-11) che rappresenta il manifesto di un calcio romantico. Altri tempi: settantasei punti in trentotto partite, +8 sull’Olympique Marsiglia, che nel frattempo è diventato la nuova casa di Garcia, applausi e due secondi posti nella Roma, prima di essere esonerato e sostituito nel 2016 da Spalletti. Era la squadra del senegalese Moussa Sow (25 gol) e dell’ivoriano Gervinho (15 gol).
LA FILOSOFIA - Il Lille rimane una delle realtà più interessanti nel panorama francese per la sua struttura societaria e soprattutto per la capacità di scoprire talenti da copertina. Aveva tentato nel 2017 il grande salto, a livelo di ambizioni, scegliendo come allenatore Marcelo Bielsa. Un rapporto, però, mai decollato: contrasti e scintille che hanno coinvolto avvocati e tribunali, un divorzio traumatico per il tecnico argentino, che ora sta provando a riportare in Premier League il Leeds, in testa alla classifica di Championship con 14 punti insieme con il Middlesbrough. La certezza del Lille si chiama Christophe Galtier, otto stagioni sulla panchina del Saint-Etienne e un bilancio positivo: quarto, quinto (due volte) e sesto con una squadra costruita sempre con un budget limitato.
LA DECISIONE - In estate i dirigenti sono riusciti a trattenere Nicolas Pepe, l’artista di un gruppo che sogna un blitz in zona Europa League: è un’ala destra, ha ventitré anni, è alto un metro e 83, è mancino, è nato in Francia ma ha scelto la maglia della Costa d’Avorio, il Paese di origine del suo papà. La Roma di Monchi si era informata, anche l’Inter lo ha seguito. Il Lille ha rinviato a luglio la cessione di Pepe. Una mossa che è stata il frutto di una lunga riflessione: il cartellino del numero 19 vale già intorno ai quindici milioni e la quotazione può lievitare.
L’ARSENAL - Ha un contratto fino al 2022, è blindato, lo cercano l’Arsenal di Emery e l’Olympique Lione. E’ un attaccante esterno che ricorda un po’ l’interista Keita: cambi di marcia, progressione, colpi raffinati, tredici gol nello scorso campionato. E anche in questa prima fase della nuova stagione sta viaggiando con il turbo: un gol e tre assist in quattro giornate. E’ cresciuto a Mantes-la-Jolie il 29 maggio del 1995, ha cominciato a farsi conoscere nel Poitiers, è stato ingaggiato nel 2013 dall’Angers e si è fatto ammirare durante il prestito all’Orleans. Il Lille lo ha preso nel 2017 per dieci milioni. Un’idea di Bielsa: il regalo lasciato in eredità dall’ex ct dell’Argentina e del Cile.