ROMA - Domenico Tedesco ha una laurea in ingegneria industriale, ha conseguito un master in gestione dell’innovazione e prima di completare con il punteggio più alto il corso per allenatori organizzato dalla Deutscher Fussball-Bund lavorava come progettista alla Mercedes. E’ calabrese, è nato a Rossano, in provincia di Cosenza. Si è trasferito con la famiglia in Germania, a Esslingen sul Neckar, quando aveva due anni: il padre faceva lo stampatore alla Esslinger Zeitung. Ora Tedesco, classe 1983, trentatré anni il 12 settembre, è il tecnico di uno Schalke 04 che prenota la qualificazione in Champions League. E’ considerato uno dei manager più promettenti della Bundesliga insieme con Julian Nagelsmann, che guida l’Hoffenheim e viene seguito con attenzione dal Bayern Monaco. Nagelsmann è il più giovane tecnico del campionato tedesco: precede Tedesco, ha trent’anni, è il favorito nella corsa alla possibile successione di Jupp Heynckes, ritornato al Bayern il 6 ottobre dopo il divorzio tra il club bavarese e Carlo Ancelotti.
LA SCALATA - Tedesco è stato ingaggiato a sorpresa dallo Schalke nella scorsa estate: scelto come sostituto di Markus Weinzierl, per risollevare una squadra che nella passata stagione era arrivata decima in Bundesliga. Tedesco ha cominciato a studiare schemi all’età di venticinque anni: viceallenatore di Manuel Oetinger all’Aichwald, club di un piccolo paese a quaranta minuti di macchina da Stoccarda. Nel 2013 lo Stoccarda gli ha affidato la squadra Under 17. Schemi brillanti, 4-3-3, applausi. Ha proseguito la carriera all’Hoffenehim: prima l’Under 16 e poi l’Under 19. Altri consensi. L’8 marzo del 2017 lo ha chiamato l’Erzgebirge Aue, ultimo nella Zweite Liga, la serie B tedesca. Accetta la sfida, prende il posto del bulgaro Pavel Dotchev. Undici partite, venti punti (sei vittorie, due pareggi e tre sconfitte), una grande rimonta per la salvezza.
IL PROGETTO - Lo Schalke è secondo. Non lotta per il titolo (il Bayern è distante diciassette punti), ma è lanciato verso la qualificazione in Champions, a sette giornate dalla fine della Bundesliga. Cinque vittorie di fila, solo due sconfitte tra il 29 settembre e il 9 marzo. Organizzazione, ritmo, pressing, un gioco piacevole. Due moduli: 3-4-1-2 oppure 3-4-3. Tedesco ha trasformato lo Schalke in una squadra da vertice. Ralf Fährmann tra i pali. Difesa a tre con Matija Nastasic, Thilo Kehrer e Naldo. Gli esterni sono Alessandro Schöpf e Daniel Caligiuri. Il mediano è Max Meyer, mentre il regista è Leon Goretzka, classe 1995, già preso a parametro zero dal Bayern Monaco per la prossima stagione. Il centravanti è l’italo-argentino Franco Di Santo, mentre le ali sono Guido Burgstaller e Marko Pjaca, arrivato a gennaio in prestito dalla Juve e protagonista di una serie di buone prestazioni: sei presenze e due gol. Tante le alternative: da Benjamin Stambouli a Nabil Bentaleb, da Yevhen Konoplyanka a Breel Embolo. Lo Schalke ha diciassette stranieri in una rosa di venticinque giocatori: percentuale del 68%. Solo l’Eintracht Francoforte ne ha tesserati di più: ventudue.
LA TRATTATIVA - Sfumato il tentativo di blindare Goretzka, ora lo Schalke (sponsorizzato dal 2007 dalla Gazprom, colosso russo del gas) sta cercando di rinnovare il contratto al difensore Thilo Kehrer, ventuno anni, che si può svincolare nel 2019. E’ un centrale, proviene dal vivaio dello Stoccarda. E’ nato a Tübingen il 21 settembre del 1996, è un destro naturale, è alto un metro e 86. Tecnica elegante, anticipo, colpo di testa, velocità. Papà tedesco e mamma del Burundi. Ventidue partite, un gol (all’Hoffenheim) e due assist in questo campionato. E’ il capitano della Germania Under 21. Il ct Joachim Löw ha intenzione di provarlo presto nella nazionale maggiore. E’ gestito dalla Rogon, che segue anche Julian Draxler del Paris Saint Germain e Roberto Firmino del Liverpool.