ROMA - Il “Times”, all’inizio di marzo, ha scritto che Wenger si è rifiutato di presentare le dimissioni. Si sente accerchiato, il francese, l’allenatore con più presenze in panchina (820) nella storia della Premier League, davanti a un monumento come Alex Ferguson (810). In base a un sondaggio effettuato dall’organo ufficiale dei tifosi dell’Arsenal, la sfiducia avrebbe raggiunto l’88%. Ma Wenger ha lo stile e la saggezza per non farsi condizionare dalle petizioni, dalle contestazioni allo stadio, dalle critiche sul web. Un labirinto da cui è difficile, però, trovare una via d’uscita. Il suo legame con l’Arsenal potrebbe sciogliersi alla fine di giugno, dopo quasi ventidue anni, nonostante Wenger abbia il contratto ancora per un’altra stagione. Era stato ingaggiato il primo ottobre del 1996 al posto di Bruce Rioch, quando il capitano dei Gunners era Tony Adams. Diciassette trofei: tre campionati, il record di sette Coppe d’Inghilterra (una in più dello scozzese George Ramsay, manager dell’Aston Villa tra il 1884 e il 1926) e sette Community Shield. Un totale di 1.186 partite al timone dell’Arsenal, 1,95 la media-punti. Il club londinese, però, non vince la Premier League dal 2004, quando dominò il torneo: novanta punti in trentotto giornate, nessuna sconfitta, Thierry Henry capocannoniere con trenta gol.
IL PRESENTE - E adesso? Si è creato uno strappo tra il popolo dei Gunners e il tecnico francese, classe 1949, sessantanove anni il prossimo 22 ottobre. Carlo Ancelotti è uno dei candidati alla successione. In attesa di prendere una decisione sul futuro di Wenger, la proprietà dell’Arsenal (controllato con il 60% delle quote dall’imprenditore americano Stan Kroenke e con il 30% dal russo Alisher Usmanov) ha rinnovato il contratto di partnership con Emirates, compagnia di bandiera degli Emirati Arabi. Un contratto d’oro, siglato fino al 2024, che garantirà 230 milioni di euro. Soldi che, nelle aspettative dei tifosi, dovranno essere destinati in parte al mercato. E in materia di investimenti, l’Arsenal ha messo a segno tra luglio e gennaio i due colpi più costosi della sua storia: è arrivato prima Alexandre Lacazette dall’Olympique Lione per 53 milioni di euro e poi Pierre-Emerick Aubameyang dal Borussia Dortmund per 63,7 milioni di euro. Una squadra potenziata anche dall’acquisto di Henrikh Mkhitaryan (sbarcato a Londra due mesi fa dal Manchester United in cambio di Alexis Sanchez) e dal rinnovo - dopo un lungo braccio di ferro - di Mesut Özil, che ha prolungato il contratto fino al 2021 ed è diventato il giocatore più pagato dai Gunners con uno stipendio lordo di 350.000 sterline a settimana.
ESAME MILAN - A un passo dai quarti di Europa League (domani è in programma la sfida di ritorno con il Milan, battuto a San Siro per 2-0), l’Arsenal è sesto in Premier e sembra ormai tagliato fuori dalla corsa per la qualificazione in Champions: il quarto posto (occupato dal Liverpool) è distante dodici punti. I soldi non mancano di sicuro ai Gunners, ma nonostante il ricco budget Wenger non ha mai smesso di lanciare talenti. Ne ha scoperti e valorizzati tanti durante la sua avventura londinese: da Nicolas Anelka a Cesc Fabregas, da Robin Van Persie a Thierry Henry, da Patrick Vieira ad Alex Oxlade-Chamberlain, da Emmanuel Petit a Samir Nasri. E ora nei suoi piani, dopo aver lanciato Reiss Nelson (classe 1999, ala destra, nazionale inglese Under 19, con il contratto in scadenza nel 2019 e due offerte già ricevute dal Real Madrid e dal Paris Saint Germain), sta entrando Joshua Dasilva, mediano-regista di diciannove anni, passaporto inglese e origini angolane. E’ alto un metro e 84, pesa 75 chili. Visione di gioco, ritmo, pressing. Wenger lo ha provato in Coppa di Lega: 53 minuti nelle gare con il Doncaster Rovers, il Norwich e il West Ham. Trofeo che Wenger ha perso in finale, il 25 febbraio, contro il Manchester City: 0-3, gol di Aguero, Kompany e David Silva.
EUROPEO UNDER 19 - Wenger lo fa allenare spesso con i big, gli ha dato fiducia, sta seguendo la sua crescita. Joshua Dasilva è nato a Ilford, quartiere a nord-est di Londra, il 23 ottobre del 1998. E’ tifoso dell’Arsenal, il suo percorso è cominciato nel vivaio dei Gunners. Nel 2017 ha vinto l’Europeo Under 19 con la nazionale inglese, guidata da Keith Downing: un titolo festeggiato il 15 luglio vincendo per 2-1 la finale con il Portogallo. Joshua Dasilva è stato già promosso nell’Under 20; lancio lungo, idee, corsa, in fase di costruzione usa soprattutto il piede sinistro e porta la fascia di capitano nella squadra B dell’Arsenal, allenata da Steve Gatting, stretto collaboratore di Wenger.