Rogerio, il terzino che ha stregato la Juve

E' brasiliano, ha diciotto anni, è mancino e gioca nell'Internacional di Porto Alegre. E' stato tra i protagonisti del recente Mondiale Under 17, disputato in Cile e vinto dalla Nigeria. Il club bianconero stringe per acquistarlo subito e girarlo in prestito al Sassuolo.
Rogerio, il terzino che ha stregato la Juve
Stefano Chioffi
3 min

ROMA - E’ sempre stato tifoso dell’Internacional di Porto Alegre, che vanta il record di titoli (44) nel campionato “Gaucho”, il torneo statale di Rio Grande do Sul: ha festeggiato da bambino, davanti alla televisione, le imprese in Coppa Libertadores (2006 e 2010) e il capolavoro nel Mondiale per club (2006), è cresciuto nel centro sportivo di Beira-Rio (che ospita anche diversi negozi e un museo), ha conosciuto allenatori come Paulo Roberto Falcao e Carlos Dunga (ora ct del Brasile), ha collezionato tanti complimenti e ha visto volare in Europa uno dei suoi idoli, Oscar, pagato trentadue milioni di euro nel 2012 dal Chelsea. L’Internacional di Porto Alegre è un po’ la casa di Rogerio, diciotto anni appena compiuti, terzino sinistro già prenotato dalla Juventus, che pensa di portarlo subito in Italia e di prestarlo al Sassuolo. 

LA CONCORRENZA - Il ruolo è lo stesso di Alex Sandro, che rappresenta il primo riferimento per questo ragazzo nato a Nobres, comune di quindicimila abitanti nel Mato Grosso, il 13 gennaio del 1998. Viene seguito dalle società europee più ricche (dal Paris Saint Germain al Manchester City), ha ricevuto richieste anche dal Bayer Leverkusen, ma è stato bloccato con largo anticipo dai dirigenti della Juventus, che lo studiano da parecchio tempo e lo hanno promosso dopo il Mondiale Under 17 in Cile, disputato nel 2015 dalla metà di ottobre all’inizio di novembre e conquistato per la quinta volta dalla Nigeria. Rogerio si è messo in luce come uno dei talenti più interessanti della nuova generazione brasiliana: un’avventura poca fortunata per la nazionale baby guidata da Carlos Amadeu, che ha chiuso al sesto posto e si è fermata ai quarti di finale, ma determinante per l’ascesa del terzino sinistro, maglia numero sei, in evidenza insieme con il centravanti Luis Henrique e il trequartista Evander. 

LE QUALITA’ - Il Brasile cerca da tempo l’erede di Roberto Carlos, ma Rogerio evita paragoni nobili e impegnativi. E’ un mancino naturale, ha sempre giocato, a livello giovanile, sulla fascia sinistra: laterale in una difesa a quattro oppure esterno a centrocampo. Cambi di marcia, potenza, classe: arriva sul fondo con personalità, divora chilometri, ha una struttura muscolare già delineata. Elegante, veloce, attento in fase di marcatura. Ha un contratto fino al 30 novembre del 2018 ed è uno dei gioielli dell’Internacional con il portiere Alisson, classe 1992, in possesso anche del passaporto tedesco: entrambi sono controllati dal fondo di investimento “Doyen”. 

IL CAMMINO - Rogerio Oliveira da Silva si è formato nella squadra B dell’Internacional, dove ha avuto come allenatore Ricardo Colbachini, il suo vice André Döring e il preparatore atletico Marcelo Trotta. I compagni lo chiamano Rogerinho. Cross, assist, generosità, resistenza: controlla il pallone e lo gestisce con lo stile e l’estro di un’ala. Salta l’avversario e regala la superiorità numerica. Calcia bene i corner, non tralascia la fase di copertura, ha una lunga falcata e colpito gli osservatori della Juventus per la sua naturalezza nei movimenti e la padronanza tecnica, per la gestione e la distribuzione del pallone. Dinamismo e solidità: Rogerio è pronto a salire sull’aereo per l’Italia. 


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