ROMA - Gioca nel San Lorenzo, la squadra del cuore di Papa Francesco, al quale i dirigenti hanno regalato in Vaticano la tessera di socio e la maglia rossoblù. Hector Villalba ha ventuno anni, è uno dei talenti argentini che promettono di più e ha già trovato posto nella fotografia più importante della storia del San Lorenzo, fondato nel 1908 in un oratorio di Buenos Aires - nel “Barrio de Almagro” - da un prete salesiano, padre Lorenzo Bartolomé Martin Massa, e diventato campione del Sudamerica nell’estate del 2014. Hector Villalba era in campo quasi un anno fa, il 14 agosto, in occasione della finale di ritorno vinta per 1-0 in Coppa Libertadores contro il Nacional di Asuncion, grazie a un gol di Ortigoza. Una formazione che è diventata un poster. Torrico in porta, Buffarini e Mas sulle fasce, Cetto al centro della difesa con Gentiletti (ora alla Lazio). Romagnoli in regia, Mercier e Ortigoza a guidare il pressing. Cauteruccio e Matos in attacco, con Villalba nel ruolo di mezzapunta, pronto a inventare il dribbling e il passaggio decisivo.
LA TRATTATIVA - Villalba viene trattato dal Bologna. E’ nato il 26 luglio del 1994 a Buenos Aires: scatto, classe, velocità. L’idea di portarlo in Italia è del direttore sportivo rossoblù Pantaleo Corvino, che ha scoperto in passato Jovetic e Ljajic, Ledesma e Vucinic, Neto e Nastasic, Felipe Melo e Nastasic. La trattativa non è agevole: il San Lorenzo detiene solo una quota del cartellino di Villalba, che appartiene anche alla “Universal Group”. La multiproprietà dei calciatori, in Sudamerica, ormai è una formula sempre più frequente.
IL PARAGONE - Villalba viene considerato il nuovo Lavezzi. Stesso fisico (è alto un metro e 72 per un peso di 67 chii), stesse caratteristiche, novantatré presenze, quattordici gol e undici assist nel San Lorenzo, club in cui era cresciuto e si era affermato anche l’attuale attaccante della nazionale argentina e del Paris Saint Germain, prima di essere acquistato dal Napoli di Aurelio De Laurentiis seguendo il suggerimento di Pierpaolo Marino. A differenza di Lavezzi, però, Villalba è mancino.
LA COPPA LIBERTADORES - E’ entrato a dieci anni nel vivaio del club rossoblù. Ha vinto la Coppa Libertadores con il tecnico Edgardo Bauza, che ha recitato una parte decisiva nella sua carriera. Villalba è stato lanciato, però, da Ricardo Caruso, che lo fece esordire il 19 agosto del 2012 contro l’Estudiantes (0-1) durante il “Torneo di Transicion”. Nel San Lorenzo ha avuto come allenatore anche con Juan Antonio Pizzi. Villalba ha iniziato la carriera nel ruolo di trequartista, ma poi è stato trasformato in una punta esterna. Geniale e imprevedibile, ha i colpi per accendere la fantasia dei tifosi allo stadio “Nuevo Gasometro”.
IL NODO - E’ il gioiello del San Lorenzo de Almagro, i compagni lo chiamano “Tito”. Gioca con la maglia numero quindici e a volte viene utilizzato anche da ala destra nel 4-4-2. Nel campionato attuale ha disputato sedici partite e ha segnato quattro gol (contro il Colon, l’Independiente, il Club Atletico Sarmiento e il Quilmes). E’ un affare complicato, quello che sta portando avanti il Bologna. Il San Lorenzo, dopo diciannove giornate, è primo in classifica con il Boca Juniors. Quaranta punti, dodici vittorie, quattro pareggi, tre sconfitte, ventinove gol realizzati e dieci subiti. Bauza non vuole privarsi di Villalba, che ha una valutazione intorno ai sei milioni di euro. Il Bologna, però, continua a provarci.