ROMA - C’è un orologio, all’Imtecht Arena, uno degli stadi più moderni a livello europeo, che conta gli anni, i giorni e i minuti trascorsi dall’Amburgo in Bundesliga. Una lunga e orgogliosa tradizione, cominciata nel 1963 e scandita dal tempo. L’orologio non si è fermato neppure oggi alle 17.23, quando l’Amburgo ha evitato (almeno per il momento) la retrocessione, guadagnandosi lo spareggio-salvezza contro la terza classificata della serie B tedesca. Il nome dell’avversario si conoscerà domani pomeriggio: Darmstadt, Karlsruher o Kaiserslautern. L’andata si giocherà giovedì. Hanno già salutato la massima categoria, invece, il Paderborn e il Friburgo.
OLIC E RAJKOVIC - E’ l’unico club ad aver partecipato a tutte le edizioni della Bundesliga. La vittoria con lo Schalke di Roberto Di Matteo, un 2-0 firmato dal croato Ivica Olic e dal serbo Slobodan Rajkovic, ha regalato un’altra opportunità all’Amburgo per blindare il suo primato e restare nell’aristocrazia. Una storia nobile: sei titoli nazionali, tre Coppe di Germania, una Coppa di Lega, una Coppa delle Coppa. E soprattutto una Coppa dei Campioni, conquistata ad Atene il 25 maggio del 1983 contro la Juventus di Trapattoni. Il ricordo più emozionante per i tifosi dell’Amburgo: 1-0, gol di Magath dopo otto minuti. L’allenatore era l’austriaco Ernst Happel. Uli Stein in porta; Manfred Kaltz, Bernd Wehmeyer, Ditmar Jakobs e Holger Hieronymus in difesa; Wolfgang Rolff, Jürgen Milewski, Felix Magath e Jürgen Groh a centrocampo; il capitano Horst Hrubesch e il danese Lars Bastrup (unico straniero) in attacco.
UN ALTRO SPAREGGIO - L’Amburgo ha avuto grandi campioni: Uwee Seeler, centravanti da 404 gol tra il 1953 e il 1972, Kevin Keegan, il re degli dribbling, soffiato al Liverpool nel 1977, Franz Beckenbauer, regista difensivo dell’Amburgo per due anni, dal 1980 al 1982. Uno splendore lontano che aiuta a dare ancora più valore a questo spareggio da batticuore, ottenuto dall’Amburgo sul filo di lana, con l’italo-tedesco Bruno Labbadia in panchina. Anche nel 2014 il suo destino fu deciso al play-off, neò doppio confronto (0-0 e 1-1) con il Greuther Fürth, che si era piazzato terzo nella “Zweite Liga”.
QUATTRO ALLENATORI - Una stagione sempre in bilico. Tre tecnici licenziati (Mirko Slomka, Josef Zinnbauer e Peter Knäbel) prima dell’arrivo di Labbadia, ingaggiato il 15 aprile. Dieci punti in sei giornate, ecco il bilancio di Labbadia, per allungare le speranze dell’Amburgo. E un rinnovo di contratto che diventerà automatico in caso di salvezza. La squadra, di sicuro, verrà rivoluzionata. Niente più compromessi. In partenza l’olandese Rafael Van der Vaart (classe 1983), contratto in scadenza, e Valon Behrami, trent’anni, ventidue presenze in campionato, fermo dal 19 aprile per squalifica e infortunio. Lo svizzero era arrivato dal Napoli nella scorsa estate e non rientra più nei piani. Resteranno il portiere René Adler, il difensore Heiko Westermann, il mediano croato Gojko Kacar, forse Ivica Olic, trentacinque anni, preso durante la sosta invernale dal Wolfsburg, sette gol in totale in questo campionato.
IL PIU’ RICHIESTO - L’Amburgo proverà a trattenere anche Pierre-Michel Lasogga, ventitré anni, ex nazionale tedesco Under 21, un cartellino che vale tra gli otto e i nove milioni di euro. E’ un attaccante completo e moderno, è alto un metro e 89, ha una muscolatura massiccia, ma è agile e svelto. Ha un contratto fino al 2019, piace al Borussia Dortmund e al Tottenham. Una carriera partita nella scuola-calcio dello Schalke, poi le esperienze nelle giovanili dell’Essen, del Wattenscheid, nel Bayer Leverkusen (25 gol nella A-Jugend Bundesliga West) e nel Wolfsburg.
LA CARRIERA - Lasogga è nato a Gladbeck il 15 dicembre del 1991. Si è fatto largo nell’Hertha Berlino: quattordici reti nella serie B tedesca e tredici in Bundesliga. E’ stato acquistato dall’Amburgo quasi due anni fa. Ha debuttato in campionato il 14 settembre del 2013 contro il Borussia Dortmund di Jürgen Klopp (2-6). Una tripletta (al Norimberga) e una doppietta (al Bayer Leverkusen) nello scorso torneo, quando ha chiuso a quota tredici nella classifica dei cannonieri. Quest’anno, invece, è stato frenato da qualche problema fisico e dai disagi della squadra: ventisette gare e quattro gol (al Borussia Dortmund e all’Hoffenheim, oltre alla doppietta firmata contro l’Augbsurg). Una corsa a ostacoli che non è ancora terminata: Labbadia confida anche nell’aiuto di Lasogga (uscito per infortunio nella gara con lo Schalke) per regalare all’Amburgo la cinquantaduesima stagione consecutiva in Bundesliga.