ROMA - Pugilato e baseball: la passione per lo sport, in casa dell’Emelec, è sbocciata così, tra palestre e magliette cucite a mano, nella zona del porto di Guayaquil, in Ecuador. Era il 1929: la squadra di calcio, invece, ha preso forma più avanti, nel 1947, grazie all’idea di alcuni dipendenti di un’azienda di materiale elettrico. La favola dell’Emelec, unico club dell’Ecuador ad aver raggiunto i quarti della Coppa Libertadores, fa almeno un po’ di ombra alla brutta vicenda legata all’esclusione dal torneo del Boca Juniors, punito dalla Conmebol (Confederacion Sudamerica de Futbol) dopo che un gruppo di suoi tifosi aveva lanciato spray urticante su quattro giocatori (Ponzio, Vangioni, Kranevitter e Funes Mori) del River Plate.
IL RICORDO - A distanza di diciannove anni dall’ultima semifinale, centrata nel 1995 con l’allenatore uruguaiano Juan Ramon Silva e il centravanti Eduardo “el tanque” Hurtado, l’Emelec ha l’opportunità di eguagliare questo suo risultato, considerando che ha battuto per 1-0 - nella gara d’andata - i messicani del Tigres di Monterrey con un gol di Miller Bolaños. Nel 1995 il sogno di arrivare in finale fu interrotto dal Gremio, allenato da Felipe Scolari, che conquistò la Coppa contro l’Atletico Nacional. Era il Gremio di Jardel, capocannoniere di quell’edizione con dodici gol.
LE ISOLE MALVINAS - L’Emelec è la storia speciale di questa Libertadores, inquinata dai tribunali sportivi dopo Boca Juniors-River Plate. La squadra è guidata da un argentino Omar De Felippe, 53 anni, ingaggiato da due mesi (16 marzo del 2015), dopo aver lavorato in passato nell’Olimpo, nel Quilmes e nell’Independiente. E’ il mago di questa sorprendente scalata dell’Emelec. Con il suo 4-2-3-1 ha stravolto ogni pronostico. De Felippe ha avuto una vita agitata: fu arruolato nell’esercito argentino durante il conflitto per le isole Malvinas. Era il 1992: dalla guerra alla gloria, come hanno titolato i giornali di Guayaquil, raccontando questo personaggio che ha subito stregato Guayaquil.
IL TREQUARTISTA - Sono soltanto cinque gli stranieri dell’Emelec, terzo in classifica in campionato (29 punti in 16 partite): quattro argentini (Marcos Mondaini, Mauro Fernandez, Emanuel Herrera e Luis Miguel Escalada) e un paraguaiano (Fernando Gimenez). L’84% della rosa è formato da giocatori ecuadoriani. E il talento emergente, Miller Bolaños, trequartista da 4-2-3-1, è stato bloccato dai dirigenti con un contratto fino al 31 dicembre del 2019. Sei gol e quattro assist in Coppa Libertadores: Bolaños è stato seguito anche dagli osservatori del Palermo.
L’IDENTIKIT - Dribbling e tiro da fuori, slalom e cambi di marcia, ha colpi eleganti. Magie in Coppa Libertadores e anche nella “Serie A Primera Etapa”: dieci reti e otto assist in quindici presenze. Bolaños ha quasi venticinque anni, è nato il primo giugno del 1990 a Eloy Alfaro, è alto un metro e 70, è un destro naturale e ha la maglia numero 23. Ha deciso la sfida con il Tigres, a Guayaquil, allo stadio “Jacay”. E’ il simbolo dell’Emelec, maglia bianco o blu con striscia trasversale di colore grigio e dodici scudetti in bacheca. In Libertadores, prima di piegare il Tigres, Bolaños aveva segnato tre gol all’Universidad de Chile, uno al The Strongest e uno al Nacional. Ha iniziato la carriera nelle giovanili del Caribe, poi è passato al Barcelona di Guayaquil e alla Liga Deportiva Universitaria di Quito, che nel 2008 vinse la Coppa Libertadores superando il Fluminense. L’Emelec lo ha acquistato nel 2013. Bolaños farà parte della lista dei convocati del ct Gustavo Quinteros (passaporto argentino) per la Coppa America, che scatterà l’11 giugno in Cile.