ROMA - Bournemouth è una città di mare: si affaccia sulla costa del Dorset, nel sud dell’Inghilterra. Spiagge, turismo, scuole di surf, un centro universitario, un tunnel acquatico e ora anche uno stadio, il “Dean Court", pronto a ospitare le partite di Premier League grazie alla favola dell’Athletic Football Club Bournemouth, salvato nel 1997 dopo una colletta organizzata dai suoi tifosi e in Quarta Divisione nel 2007, con diciassette punti di penalizzazione e un bilancio da tribunale fallimentare.
LA FESTA - Dall’amministrazione controllata alla prospettiva di sfidare il Chelsea di José Mourinho e il Manchester United di Louis Van Gaal. Lo champagne è stato già stappato, anche se l’artimetica certezza della promozione avverrà soltanto sabato 2 maggio, a Londra, in occasione della gara con il Charlton, ultima giornata di Championship, l’equivalente della serie B italiana. Il Bournemouth è secondo, ha tre punti di vantaggio e una differenza reti di +19 sul Middlesbrough, terzo in classifica e costretto ai play-off.
L’IMPRESA - La scalata in Premier è una novità per il club rossonero, fondato nel 1899. Un’attesa durata centosedici anni. Una fiaba nel calcio del business. Un capolavoro firmato da un allenatore, Eddie Howe, che ha trentasette anni e un rapporto speciale con il Bournemouth. Ex difensore, ex capitano e ora manager. Howe ha firmato la sua terza promozione in panchina: League One (2010), Championship (2013) e adesso Premier League. Una scalata magistrale al fianco del suo assistente Jason Tindall e del presidente Jeef Mostyn. A risanare i conti della società è stato il russo Maxim Demin, imprenditore nel settore dell’industria petrolchimica e azionista di riferimento del Bournemouth dal 2011.
95 GOL IN 45 GARE - Dopo la festa della famiglia Pozzo al timone del Watford, che è tornato nella serie A inglese dopo otto anni e ha un tifoso vip come Elton John, è arrivato il turno del Bournemouth: ottantasette punti in quarantacinque partite, venticinque vittorie, dodici pareggi, otto sconfitte, novantacinque gol realizzati (migliore attacco del torneo) e quarantacinque subiti. Un’affascinante arrampicata.
I SEGRETI - Howe ha puntato sul 4-4-2 e su una rosa di trentuno giocatori. Età media: 26,9 anni. Tredici stranieri, tra i quali il portiere polacco Artur Boruc, classe 1980, ex Fiorentina, trentacinque presenze con la maglia del Bournemouth. Ma il grande protagonista della promozione in Premier dei “Cherries” è stato il centravanti Callum Wilson, che ha firmato venti gol: meglio di lui, finora, hanno fatto soltanto Daryl Murphy, trentadue anni, irlandese dell’Ipswich Town, autore di venticinque reti, e l’inglese Troy Deeney, classe 1988, a segno ventuno volte con il Watford.
LA SCOPERTA - Callum Wilson è cresciuto nel Coventry City, ha giocato in prestito nel Kettering Town e nel Tamworth, prima di passare al Bournemouth nella scorsa estate per quasi ottocentomila euro. E’ alto un metro e 80, è nato il 27 febbraio del 1992 a Coventry, è ambidestro, e ha formato un tandem perfetto con il francese Yann Kermongant, trentatré anni, autore di quindici gol. Wilson si è legato al Bournemouth fino al 30 giugno del 2018. Tre le doppiette: contro l’Huddersfield, il Bolton e il Wigan. Venti gol e tredici assist in Championship. Ha indossato una volta anche la maglia della nazionale inglese Under 21: il ct Gareth Southgate lo ha fatto debuttare il 17 novembre del 2014 nella sfida persa per 3-2 con la Francia. E’ entrato in campo a venticinque minuti dalla fine al posto di Harry Kane, venti gol in Premier con il Tottenham.