ROMA - In comune hanno il ruolo, il passaporto inglese, la prima stagione da titolari in Premier League e un po’ di gavetta nelle categorie inferiori. Dopo Harry Kane, centravanti del Tottenham, ventinove gol tra coppe e campionato, blindato da un contratto fino al 2020, e Charlie Austin (classe 1989, punta del Queens Park Rangers, a segno sedici volte), Danny Ings è la terza sorpresa. Aspetta la convocazione nella nazionale di Roy Hodgson e gioca nell’Under 21 di Gareth Southgate. E’ un attaccante, ha realizzato nove reti con la maglia del neopromosso Burnley (terz’ultimo in classifica), ha ventitré anni e il primo luglio si svincolerà a parametro zero.
LA RIMONTA - Ha rifiutato il rinnovo, sta valutando le offerte, ma prima spera di regalare la salvezza al Burnley, che si prepara a vivere un finale di stagione elettrico: ha due punti di svantaggio sull’Aston Villa e sull’Hull City. Ha un repertorio completo: potenza, velocità, tecnica. E’ cresciuto nel Bournemouth, si è formato in prestito nel Dorchester ed è stato preso dal Burnley nell’estate del 2011 per un milione di sterline. Segna in tutte le maniere: in acrobazia, di testa, di astuzia, è ambidestro, ha una buona elevazione (nonostante sia alto un metro e 78), è bravo nelle sponde, protegge bene il pallone e fa pressing sui difensori.
LA PROMOZIONE - Nove gol, finora: uno all’Everton, due allo Stoke Ciry, uno all’Aston Villa, uno al Newcastle, uno al Queens Park Rangers, uno al Crystal Palace, uno al West Bromwich Albion e uno al Manchester United. Gioca quasi sempre in tandem con Sam Vokes. E’ il capocannoniere della squadra di Sean Dyche. E l’anno scorso fu il protagonista della promozione in Premier del Burnley: ventuno reti e sette assist in quaranta partite di Championship.
LE OFFERTE - Intorno al suo cartellino si è già aperta l’asta. Il Borussia Mönchengladbach spinge per portarlo in Bundesliga. Il Manchester United e il Liverpool hanno presentato una proposta. Si è fatta avanti anche la Real Sociedad, guidata in panchina dall’allenatore scozzese David Moyes. La Liga è un’altra possibilità per Danny Ings, nato a Winchester il 16 marzo del 1992 e seguito con attenzione da Hodgson, che progetta il suo inserimento in nazionale accanto a Kane. Il ct li ha visti giocare nell’Under 21 di Southgate e ora pensa a loro in vista dell’Europeo del 2016 in Francia.
IL TECNICO DYCHE - Non resterà al Burnley: ecco l’unica certezza di Ings, maglia numero dieci e una passione per i tatuaggi. L’avventura si chiuderà al termine del campionato. Niente rinnovo. Ma il suo futuro non ha ancora un indirizzo preciso. Ings si è preso una pausa di riflessione. Mancano sette turni alla fine della Premier League. Il Burnley sogna la rimonta, anche se è il club che ha vinto meno partite (cinque) e che ha il terzo peggiore attacco (ventisei gol) dopo quello dell’Aston Villa (venti reti) e del Sunderland (ventiquattro). Ings crede nella salvezza, così cone Sean Dyche, il tecnico che lo ha lanciato nel Burnley. Un’intesa perfetta: il 4-4-2 di Dyche ha regalato il salto di categoria alla squadra e valorizzato le caratteristiche di Ings, che ha segnato un gol in meno di Robin Van Persie e uno in più di Graziano Pellè e Romelu Lukaku.