Douglas, il Porto tratta con il Barcellona

Dopo aver trovato l’accordo per la cessione di Danilo, che passerà al Real Madrid nella prossima estate in cambio di 31,5 milioni di euro, il club portoghese sta provando ad assicurarsi il terzino brasiliano, 24 anni, ex San Paolo, riserva di Dani Alves e Montoya nella squadra guidata da Luis Enrique.
Stefano Chioffi
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ROMA - Julen Lopetegui è entrato subito nel cuore dei tifosi del Porto: è basco, ha quarantotto anni, è un ex portiere, allena dal 2003 e ha vinto l’Europeo Under 21 nel 2013 sulla panchina della Spagna, battendo in finale (4-2) l’Italia di Mangia e valorizzando talenti come Alvaro Morata, Isco, De Gea, Koke e Thiago Alcantara. E’ arrivato a Oporto nella scorsa estate e ha firmato un contratto per tre stagioni, fino al 2017. Si è imposto a livello giovanile, sfilando un titolo a Verratti e a Immobile, a Insigne e a Florenzi. Ora sta cercando di lasciare un’impronta nel Porto, che ha raggiunto i quarti di finale di Champions League dopo sei anni e in campionato è secondo in classifica (62 punti in 26 giornate), alle spalle dei campioni in carica del Benfica (primo a quota 65). 

 

ROBSON E MOURINHO - In “Primeira Liga”, Lopetegui ha perso soltanto due gare (contro il Benfica e il Maritimo). Viaggia alla media di 2,38 punti e si è guadagnato la fiducia dei tifosi, che hanno accostato Lopetegui a Bobby Robson (1995-96) e a José Mourinho (2003-04). I predecessori del tecnico di Asteasu, infatti, a questo punto della “Primeira Liga”, avevano subito appena due ko, riuscendo poi a regalare lo scudetto. Statistiche che fanno sognare. La squadra di Robson era formata da gente di grande carisma come Vitor Baia, Rui Barros, João Pinto e Drulovic, mentre il gruppo di Mourinho era trascinato da Deco, Costinha, Ricardo Carvalho, Derlei e Maniche.

 

IL MERCATO - In attesa di sfidare il Bayern Monaco in Champions (l’andata è in programma a Oporto il 15 aprile), Lopetegui prepara lo sprint in campionato: un 4-3-3, quello costruito dal basco, diventato un marchio di qualità. Nelle ultime otto partite di campionato, il tecnico ha raccolto sette successi e un pareggio, senza farsi condizionare neppure dalle vicende di mercato. Il terzino brasiliano Danilo è stato già ceduto al Real Madrid per trentuno milioni e mezzo di euro. Cresciuto nel Santos con Neymar e Felipe Anderson, Danilo sbarcherà al Bernabeu all’inizio di luglio. E non sarà l’unico pezzo pregiato che andrà via dal Porto. In partenza c’è anche il centravanti colombiano Jackson Martinez, autore di diciassette gol e sei assist in ventiquattro gare.

 

IL BARCELLONA - Specialista in plusvalenze, il Porto - guidato dal 1982 dal presidente Pinto da Costa - ha già individuato l’erede di Danilo. Nei piani c’è Douglas, classe 1990, ex San Paolo, che ha faticato a imporsi nel Barcellona e nel progetto tattico di Luis Enrique. Il suo cartellino è costato quattro milioni di euro nella scorsa estate. Douglas, però, è rimasto chiuso da Dani Alves e Montoya. Il Porto è pronto a rilanciarlo e si è mosso per aprire una trattativa con il Barcellona, che ha fatto firmare al giocatore un contratto fino al 2019.

 

LA STORIA - Douglas ha ventiquattro anni, è alto un metro e 71, pesa 65 chili, è nato il 6 agosto del 1990 a Monte Alegre de Goias e in passato si era messo in luce nella nazionale brasiliana Under 20. Luis Enrique lo ha utilizzato solo una volta nella Liga, alla quinta giornata contro il Malaga (0-0) per novanta minuti. Douglas ha fatto tanta tribuna, prima di fermarsi a causa di un infortunio a un dito del piede sinistro e di riapparire in panchina il 14 marzo, in occasione del 2-0 (doppietta di Messi) all’Eibar. Sperava di soffiare il posto di Dani Alves, in scadenza di contratto. Ma il suo futuro, a meno di clamorosi colpi di scena, prenderà forma lontano da Barcellona. E il Porto, come ha riportato il “Mundo Deportivo”, sta lavorando per chiudere l’affare in anticipo.

 

IL GOIAS - Douglas Pereira dos Santos è un terzino destro: eleganza e velocità, così aveva stregato i dirigenti del Barcellona. Ha cominciato nel vivaio del Goias, poi ha giocato nel Desportivo Brasil e il primo febbraio del 2012 era stato acquistato dal San Paolo. Può muoversi anche sulla linea dei centrocampisti nel 3-5-2 oppure nel 3-4-3. Tre le presenze in Coppa del Re. Il momento più bello della sua esperienza nel Barça? L’assist per Adriano durante la sfida vinta (4-0) con l’Elche. Un flash e qualche applauso: un piccolo tassello che ha contribuito a portare la squadra di Luis Enrique al traguardo della finale, in programma il 30 maggio contro l’Athletic Bilbao. Il Barcellona non alza la Coppa del Re dal 2012: in panchina c’era ancora Pep Guardiola, che superò (3-0) proprio l’Athletic, allenato in quel periodo da Marcelo Bielsa.


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