ROMA - I giocatori della nazionale greca hanno scritto una lettera al primo ministro Antonis Samaras per rinunciare ai soldi della qualificazione agli ottavi di finale del Mondiale. Niente premio, una grande dimostrazione di rispetto nei confronti di un paese divorato da una grave crisi economica: la disoccupazione è in costante crescita, una famiglia su tre rischia di perdere la casa a causa dei debiti e il reddito medio è sceso quasi del 40% dal 2010. Un segnale di maturità che ha moltiplicato il valore dell’impresa sportiva compiuta dalla Grecia, capace di superare per la prima volta nella sua storia la fase a gironi. «Il nostro desiderio è che quel denaro venga utilizzato per costruire un centro sportivo». Solo i rigori hanno spento il sogno della Grecia, eliminata dalla Costa Rica dopo centoventi minuti da brividi. Ma la cornice più significativa è arrivata proprio dalla lettera che i giocatori hanno indirizzato al governo.
IL NUOVO CT - La scelta è stata già compiuta: Claudio Ranieri prenderà il posto del ct portoghese Fernando Santos, che ha firmato la positiva missione della Grecia in Brasile, stringendo anche un forte legame con i giocatori. Santos ha concluso il suo quadriennio sulla panchina della nazionale, centrando il secondo posto nel girone C alle spalle della Colombia e spedendo a casa la Costa d’Avorio e il Giappone. Ha rovinato l’estate a Drogba, Gervinho e a Zaccheroni, che è stato subito sostituito in panchina dal messicano Javier Aguirre. Nell’abbraccio a Santos, dopo la vittoria per 2-1 sulla Costa d’Avorio, c’è l’affetto di un gruppo che ha vissuto in Brasile un momento emozionante. Alla sua terza presenza nella fase finale del Mondiale, la Grecia ha saputo rovesciare i pronostici della vigilia. Nel 1994 in America e nel 2010 in Sudafrica era uscita al primo turno.
LA CRESCITA - Il ricordo più bello rimane quello del 2004, quando la Grecia del ct tedesco Otto Rehhagel riuscì a vincere l’Europeo superando in finale il Portogallo di Felipe Scolari: 1-0, gol di Angelos Charisteas. Era la nazionale del difensore Traianos Dellas (ex Perugia e Roma) e del centravanti Zisis Vryzas (ex Perugia, Fiorentina e Torino). Un miracolo che prese forma a Lisbona il 4 luglio del 2004 davanti a Cristiano Ronaldo, Figo, Ricardo Carvalho e Deco, padroni di casa con la medaglia d’argento intorno al collo. L’ultima Grecia, quella di Fernando Santos, non ha fatto ombra a Rehhagel, ma è entrata tra le migliori sedici del Mondiale e ha dimostrato che il livello del suo calcio è in progresso.
IL CENTRALE - Dieci dei ventitré convocati per il Mondiale giocano nel campionato greco, vinto nove volte nelle ultime dieci stagioni dall’Olympiakos, allenato dalla scorsa estate da Michel, ex mezzala del Real Madrid e della Spagna. E proprio il difensore centrale dell’Olympiakos è stato uno dei pilastri della nazionale di Santos e uno dei volti nuovi della manifestazione brasiliana: Konstantinos Manolas, ventitré anni, ha richiamato l’interesse di parecchi club stranieri. Anche il Bayern Monaco ha cominciato a studiarlo. Ha un contratto fino al 2016 e la sua valutazione di mercato sfiora i cinque milioni di euro. E’ alto un metro e 86, pesa 75 chili, è rapido e cerca sempre di anticipare la punta. Ideale per una linea a quattro, molto abile nei colpi di testa, si è imposto durante il Mondiale dopo una stagione da protagonista nell’Olympiakos: venticinque presenze e tre gol in campionato; sette gare e due reti (al Benfica e al Paris Saint Germain) in Champions League. E’ nato il 14 giugno del 1991 a Naxos. Il Bayern Monaco ci pensa, ma anche l’Arsenal (come ha scritto “The Independent”) si prepara a presentare un’offerta. Cresciuto nel Thrasyvoulos Fylis, Manolas è passato nel 2009 all’Aek Atene e nel 2012 è stato acquistato dall’Olympiakos.