Halilovic, così il Barça l’ha soffiato al Real

Diciassette anni, trequartista, è il terzo croato nella storia del club blaugrana dopo Prosinecki e Vucevic. Ha già giocato due volte nella nazionale maggiore. Dieci milioni di euro alla Dinamo Zagabria, il pressing costante del direttore sportivo Andoni Zubizarreta e un contratto fino al 2019 per il mancino, gestito dal papà-manager Sejad
Stefano Chioffi
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ROMA - Un assegno da dieci milioni di euro per trovare l’accordo con la Dinamo Zagabria: il Barcellona ha definito l’acquisto di Alen Halilovic, diciassette anni, trequartista, il papà (Sejad) come procuratore, trentaquattro presenze e quattro gol in campionato. Ha stregato il club di Messi e Neymar con il suo piede sinistro. Sarà il terzo croato nella storia blaugrana, dopo Robert Prosinecki e Goran Vucevic. Un colpo a sorpresa, una scelta in controtendenza per il Barcellona, che ha comprato oltre il settanta per cento dei suoi stranieri in Brasile (ventidue), in Olanda (diciotto), in Argentina (quindici) e in Francia (dodici). E’ stato Andoni Zubizarreta, ex portiere, direttore sportivo della società catalana, a raggiungere l’intesa con la Dinamo. Un blitz a Zagabria per limare gli ultimi dettagli con i dirigenti e con il padre del giocatore, che diventerà maggiorenne il 18 giugno. Halilovic è nato a Dubrovnik nel 1996 e ha svolto tutto il suo percorso nel vivaio della Dinamo. Era corteggiato dal Real Madrid, che aveva applaudito in passato Davor Suker, il croato che ha segnato di più nella Liga: 114 gol con le maglie del Siviglia e dei “blancos” tra il 1991 e il 1999.

LA DOPPIETTA AL RIJEKA - Piaceva anche all’Inter, al Manchester City e alla Roma. Il Barcellona ha accelerato e ha evitato l’asta: Zubizarreta era andato a studiarlo in tribuna diverse volte, preparando una serie di relazioni positive, arricchite anche dalla doppietta firmata da Halilovic nella sfida con il Rijeka. Il club catalano lavorava a questa operazione dal Mondiale Under 17, che si è svolto nello scorso autunno negli Emirati Arabi. Una vetrina speciale per Halilovic: tre presenze, un gol all’Uzbekistan e i complimenti del ct Ivan Gudelj. Un dribbling delizioso e una crescita premiata con due convocazioni nella nazionale maggiore, ricevute dal selezionatore Igor Stimac già in estate, in occasione di due amichevoli: quarantacinque minuti in campo contro il Liechtenstein (3-2) e diciotto contro la Corea del Sud (2-1). E’ molto apprezzato anche da Nino Kovac, scelto dalla federazione per sostituire Stimac.

IL TATUAGGIO - Contratto per cinque stagioni, fino al 30 giugno del 2019, con un ingaggio a salire in base al rendimento e al numero dei gol. L’idea del Barcellona è quella di girarlo per un anno alla squadra B, allenata da Eusebio Sacristan. «Dinamo Zagabria, grazie di tutto: il mio primo club e il mio primo grande amore. Ora è il momento di andare al Barcellona», ha fatto sapere il centrocampista. Ma intorno al talento croato si è accesa nelle ultime ore una polemica legata a un suo vecchio tatuaggio, dedicato al Real: «Hala (Forza) Madrid». Una scritta che nasce dalla sua stima infinita nei confronti di Cristiano Ronaldo, il grande idolo di Alen. Una fotografia che è stata subito rimossa dal suo profilo ufficiale su facebook. Halilovic è un trequartista, le sue caratteristiche sono perfette per il 4-2-3-1. Di solito parte sulla fascia destra e si accentra: inventa l’ultimo passaggio, è elegante e veloce. Ai dirigenti del Barcellona ricorda il primo Iniesta, sbocciato come trequartista e trasformato in una mezzala completa, in grado di disegnare l’azione e di fare la differenza per la sua sapienza tattica.

LA CARRIERA - Il Barcellona è convinto di aver soffiato alla concorrenza l’under 18 più promettente a livello mondiale. Halilovic è alto un metro e 70, pesa 64 chili e ha debuttato da professionista il 27 settembre del 2012 contro l’Hajduk Spalato (3-1), entrando al posto di Sammir negli ultimi nove minuti. L’allenatore era Ante Cacic. E’ il più giovane esordiente nella storia della Dinamo Zabagria: sedici anni e centouno giorni. Il 30 ottobre del 2012 ha segnato invece il suo primo gol, in campionato, allo Slaven Belupo (4-1), giocando appena cinque minuti. Si è fatto conoscere in Champions League sempre nel 2012, il 24 ottobre, sfidando il Paris Saint Germain, trascinato quella sera allo stadio “Maksimir” dai gol di Ibrahimovic e Menez (2-0).  


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