ROMA - Se anche Di Francesco, il suo allenatore, lo ha definito «una scoperta», figurarsi lo stupore dei tifosi della Roma. Eppure Davide Santon si è velocemente tolto la maschera, stracciando il trasvestimento da uomo plusvalenza per diventare un terzino polivalente: delle ultime quattro partite, tutte vinte dalla squadra, ne ha giocate tre, conquistandosi i gradi di semititolare, spostandosi da destra a sinistra.
RINASCITA - Del suo improvviso ritorno in auge ha parlato ieri il mental coach milanese, Stefano Tirelli. «Davide nell’Inter prendeva fischi ogni volta che toccava il pallone - ha detto a Forzaroma.info - e veniva insultato sui social. Cambiando ambiente sta piano piano ritrovando autostima, con un allenatore che gli dà fiducia e in una città che sta amando giorno dopo giorno. A Trigoria ha percepito da subito un senso di appartenenza importante, fornendo alla Roma un contributo apprezzabile». E potrebbe essere solo l’inizio: «Siamo poco oltre il 50 per cento del lavoro, che stiamo continuando anche a distanza. Santon ha margini di crescita ancora enormi».
L’AFFARE - Adesso sono in tanti a chiedersi se la cessione di Nainggolan all’Inter sia stata così insensata: la Roma in questa operazione ha incassato 24 milioni in denaro più i cartellini di Santon e Zaniolo. Santon, valutato 9,5 milioni per questioni di bilancio, era sembrato un investimento a fondo perduto, un elemento di natura finanziaria e non tecnica che oliasse la trattativa con reciproca soddisfazione. Invece Monchi era davvero convinto di poter vincere la sua scommessa: non per caso era andato personalmente a Fiumicino ad accogliere Santon, come per trasmettergli un senso di paternità di cui il nuovo arrivato aveva bisogno dopo tante critiche.
Leggi l'articolo completo sull'edizione odierna del Corriere dello Sport-Stadio