Zeman: «Roma, sbagli: così non vinci»

L'allenatore del Pescara sfiderà lunedì il suo passato: «Pallotta? Non ricordo nulla di lui. De Rossi con me aveva la media del 4.5, Totti? Non è un giocatore da far giocare gli ultimi cinque minuti»
Zeman: «Roma, sbagli: così non vinci»© Getty Images
Guido D'Ubaldo
3 min

PESCARA - Sull’autostrada a poche decine di chilometri da Pescara c’è una spruzzata di neve caduta nella notte, in questa Primavera diventata improvvisamente fredda. Al Parco degli Ulivi i calciatori si allenano con i guanti, Zeman è seduto vicino ai suoi collaboratori con lo zuccotto in testa. Urla qualcosa che i giocatori forse non sentono e quando vede che il ritmo si abbassa entra in campo con il suo passo lento ed è come una scossa che vivacizza l’allenamento. Lunedì Zeman ritrova la Roma, il suo passato più romantico e forse anche il più nostalgico. In questa intervista esclusiva ci racconta il suo calcio, alla soglia dei settanta anni, che vive con lo stessa immutabile voglia di non lasciarsi inquadrare negli schemi.

Zeman, una sua frase celebre è questa: «Il derby è una partita come le altre». Quella contro la Roma per lei è una partita come le altre?

«Un’altra partita che fa parte del campionato, ci sono sempre tre punti in palio».

La Roma è ancora in corsa per il secondo posto. Poteva fare di più?

«Penso di sì, anche se la Juve ha dimostrato anche questa settimana che è una grande squadra, ha giocatori importanti. Se la Roma si esprime al massimo può competere anche con la Juventus, ma durante il campionato ha avuto qualche pausa».

La Roma della proprietà americana vende e acquista giocatori ogni anno.

«Penso che così sia difficile competere e vincere, se non si ha la possibilità di mantenere i migliori e lavorare con loro. La Juve da cinque anni ha uno zoccolo duro di dieci giocatori, alla Roma dopo cinque anni ci sono Totti, che non è più Totti, Florenzi e De Rossi».

A Roma si discute sulla gestione di Totti. E’ giusto utilizzarlo per pochi minuti?

«Penso che non è un giocatore da ultimi cinque minuti, anche se nel finale dello scorso campionato è stato lui a portare la Roma in Champions».

Il suo rapporto con De Rossi non è stato facile.

«Si è institito molto su questo punto. Il suo rendimento con me non è stato positivo. Aveva la media del 4,5 e non ero io che davo i giudizi. Il tipo di gioco che adottavo non si adattava alle sue qualità».

Cosa ricorda di Pallotta?

«Poco o niente. L’ho incontrato poche volte, mai da solo. Io non parlo inglese, lui non sa l’italiano. L’ho visto sempre con gli altri».

Alla Roma sta arrivando Monchi, un direttore sportivo spagnolo.

«Non sono d’accordo su queste scelte. Il calcio in Italia dovrebbe farlo gente che ha vissuto il calcio italiano e che ha esperienza specifica».

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